Pagamento pensioni in contanti: fino a quale cifra è ammesso? L’INPS chiarisce ogni dubbio

La pensione può essere versata in contanti solo entro una specifica soglia. Quando scatta l’obbligo di pagamento elettronico? Ecco la verità.

Non sempre i pensionati conoscono le regole dettagliate per richiedere il pagamento dell’assegno in contanti presso gli Uffici Postali. Nel corso degli anni, inoltre, le modalità di erogazione sono state modificate più volte.

pagamento pensione in contanti
La pensione può essere pagata anche in contanti, entro specifici limiti (chenews.it)

Per fugare tutti i dubbi dei contribuenti, l’INPS, con il Messaggio n. 2672 del 22 luglio 2024, ha specificato le istruzioni da seguire per il versamento di denaro contante, in seguito all’introduzione delle novità introdotte dal Decreto Legge n. 201 del 2011.

Inizialmente, l’art. 49 del Decreto Legislativo n. 231/2007 prevedeva il divieto di trasferimento di denaro contante di importo pari o superiore a 3 mila euro. Con il passare degli anni, tuttavia, tale soglia è stata modificata diverse volte, fino a giungere alla normativa della Legge di Bilancio 2023. Vediamo, dunque, a quanto ammontano le pensioni che possono essere pagate direttamente in contanti.

Pensione in contanti: quando è consentita?

Dal 1° gennaio 2023, il valore limite al trasferimento di denaro contante ammonta a 5 mila euro. Sono, tuttavia, salve le norme stabilite per i pagamenti da parte dello Stato o degli Enti pubblici, come l’INPS. Quale soglia si applica in quest’ultima ipotesi?

accredito pensione
Qual è il limite al pagamento della pensione in contanti? (chenews.it)

Nel Messaggio n. 2672/2024, l’Istituto di Previdenza ha chiarito che non possono essere pagate in contanti le pensioni e le altre prestazioni statali superiori a mille euro. Allo stesso tempo, tuttavia, ha ribadito il principio espresso nel Decreto Legge n. 138 del 2011.

Tale norma precisa che lo stipendio, la pensione, i compensi pagati dalle Pubbliche Amministrazioni centrali e locali e dai loro Enti e ogni altra tipologia di emolumento, di valore superiore a mille euro, devono essere corrisposti tramite mezzi di pagamento elettronici bancari o postali, tra cui le carte di pagamento prepagate e le carte incluse nell’art. 4 del Decreto Legge n. 78 del 31 maggio 2010.

Al momento della liquidazione delle pensioni, dunque, l’INPS deve verificare l’ammontare dell’assegno, che non deve avere un importo netto maggiore di mille euro. Se tale soglia viene superata, l’Istituto ha l’obbligo di comunicare al contribuente che deve specificare la modalità di accredito della pensione, scegliendo tra il conto corrente bancario o postale, il libretto bancario o postale o la carta prepagata munita di IBAN.

Il titolare della pensione, ovviamente, deve essere intestatario di questi strumenti, perché non è ammesso il pagamento su un conto intestato a terzi. Se, dunque, si eccede il limite, le prestazioni non possono essere pagate, le somme verranno trattenute e riconosciute solo dopo l’indicazione del mezzo di accredito alternativo.

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