Il futuro dell’intelligenza artificiale modificherà società e mondo del lavoro. Il rilievo di alcune analisi effettuate da Fmi, Ey, Manpower e Sanoma e i mestieri a rischio di scomparire.
Gli studi e le applicazioni pratiche in tema di intelligenza artificiale, negli ultimi anni, hanno fatto passi da gigante. Basti pensare all’enorme diffusione che sta avendo ChatGPT e alle potenzialità indiscusse di questo strumento, nel rispondere ad un’estrema varietà di domande con consigli utili e suggerimenti vari.
D’altronde l’intelligenza artificiale (IA) consiste in un campo dell’informatica che ha come obiettivo lo sviluppo di sistemi e programmi capaci di svolgere compiti, che impongono tipicamente il ricorso all’intelligenza dell’uomo.
Detti sistemi sono oggi assai evoluti e tecnologici, in quanto possono adattarsi all’ambiente circostante e accrescere le proprie prestazioni nel tempo, senza essere specificamente programmati per ogni singola azione.
Da davvero i sistemi IA potranno sostituire gli esseri umani in un gran numero di attività? Sul piano occupazionale i posti di lavoro saranno a rischio?
Ebbene, secondo un’analisi recente del Fondo monetario internazionale (Fmi), queste innovative tecnologie influenzeranno circa il 60% di tutti i posti di lavoro delle economie avanzate. Ma sarà sul serio rivoluzione? Proviamo a fare un po’ di chiarezza a riguardo, indicando 7 professioni in pericolo.
L’obiettivo dell’intelligenza artificiale è quello di creare macchine che possano eseguire attività che richiedono comprensione, ragionamento, apprendimento, percezione e capacità di interagire con l’ambiente in modo simile a quello umano.
Le applicazioni dell’IA sono plurime e vanno dall’automazione di processi industriali alla diagnosi medica, dal riconoscimento vocale e facciale alla guida autonoma dei veicoli – e molto altro ancora.
Ecco perché ci sono tante professioni ‘tradizionali’ in cui si potrebbe assistere alla progressiva sostituzione dell’uomo da parte della macchina.
In primis spiccano i venditori, specialmente quelli a distanza. Infatti l’intelligenza artificiale può analizzare estese quantità di dati sui clienti, le loro preferenze, i loro comportamenti di acquisto e servirsi di detti dati per suggerire prodotti o servizi ad hoc.
Non solo: i chatbot dell’IA possono dare assistenza alle persone, rispondere alle loro domande e guidarli nell’iter di acquisto senza l’obbligo della presenza fisica di un venditore umano. A maggior ragione gli operatori di telemarketing potrebbero essere in pericolo con l’avanzare dell’intelligenza artificiale.
Tra le applicazioni dell’IA vi è sicuramente quella che permette di sviluppare robot, in grado di svolgere funzioni ripetitive e identiche nel tempo – come quelle svolte dai lavapiatti nei ristoranti e alberghi.
In grado di lavorare potenzialmente h24, i robot-lavapiatti potrebbero garantire una pulizia impeccabile, instancabile e rapida, su una gran mole di piatti e posate. Ciò – sostiene la ricerca del Fmi – potrebbe mettere a rischio una parte dei posti di lavoro nell’ambito della ristorazione.
Le mansioni ripetitive e manuali sono svolte tipicamente dagli operai generici delle industrie, e proprio questa ripetitività ben si combinerebbe con le capacità dell’intelligenza artificiale.
Basti pensare alle linee di produzione automatizzate, aventi lo scopo di assemblare, lavorare e movimentare materiali, oppure alle attività di manutenzione e riparazione ad es. su macchinari industriali, o ancora ai magazzini automatizzati e a tutto ciò che ruota attorno alla logistica: l’IA potrebbe sostituire l’uomo anche qui.
Secondo l’analisi del Fondo Monetario Internazionale, se è vero che l’IA non potrà sostituire del tutto la creatività, l’originalità e l’estro dell’uomo, tuttavia vi sono già esempi di software e algoritmi capaci di produrre filmati contenenti arte visiva, musica e persino scrittura.
Un componimento musicale, una poesia oppure un quadro potrebbero essere generati dalle intelligenze artificiali più evolute e, di fatto, sostituire l’artista.
In futuro molti tradizionali cassieri dei supermercati e dei negozi potrebbero scomparire, a causa dell’automazione dei processi di pagamento collegati all’uso dell’intelligenza artificiale e alla digitalizzazione dei servizi di cassa.
Lo indica una ricerca congiunta di Ey, Manpower e Sanoma: self-checkout e pagamenti digitali permettono ai clienti di scannerizzare e pagare autonomamente i propri acquisti, senza l’obbligo di passare per una cassa tradizionale.
Non solo., i pagamenti digitali via smartphone o app potranno far venire meno la necessità di interagire con un cassiere umano.
La stessa ricerca menzionata poco sopra ricorda che gli impiegati generici della Pubblica Amministrazione rischiano di scomparire con l’intelligenza artificiale (IA), per più ragioni.
Tra esse l’automazione dei processi burocratici, in quanto non poche attività svolte dagli impiegati del settore pubblico riguardano la gestione di documenti, la compilazione di moduli, e altre operazioni burocratiche e ripetitive.
L’IA potrà essere utilizzata per agevolare questi processi, diminuendo a necessità di personale umano per svolgere detti compiti.
Infine anche gli autisti, in futuro, potrebbero rischiare di dover cambiare lavoro. Gli studi effettuati sugli sviluppi ed applicazioni pratiche dell’intelligenza artificiale, porteranno alla sempre maggiore diffusione dei veicoli autonomi, ossia idonei a essere guidati senza l’utilizzo di un essere umano.
In virtù di sensori, telecamere e algoritmi avanzati, i mezzi autonomi possono valutare cosa hanno attorno nell’ambiente circostante, elaborare informazioni in maniera rapida e prendere decisioni di guida in modo indipendente.
Gli autisti ‘robot’ potrebbero dunque essere parte del futuro, perché i veicoli autonomi sono considerati capaci di ridurre sensibilmente il numero di incidenti stradali. I rischi di errore umano (ad es. per distrazione o stanchezza) sarebbero annullati.
Alla luce delle ricerche effettuate, sempre più numerose e accurate come quelle del Fmi e di Ey, Manpower e Sanoma, è chiaro che il mondo del lavoro è destinato a cambiare radicalmente nel prossimo futuro.
Probabilmente, a essere stravolto dall’intelligenza artificiale sarà il 100% delle occupazioni, o per lo meno il 99,9%.
Per il momento il Fondo fa una previsione intermedia e dice che l’impatto dell’IA riguarderà il 60% degli impieghi, destinati a sparire con la diffusione della tecnologia più avanzata o a essere radicalmente modificati.
Il pericolo concreto è rappresentato dalla drastica riduzione della domanda di lavoro e dai salari più bassi. Al contempo in molti settori le assunzioni potrebbero calare sensibilmente, anche in base all’offerta che arriverà dai laureati più ricercati. D’altro lato, l’intelligenza artificiale tende a ‘premiare’ i lavoratori più specializzati e ad alto reddito, allargando il divario sociale e le diseguaglianze.
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