È un obbligo per i genitori far partecipare i propri figli alla mensa scolastica e pagare dunque per questo servizio o si può evitare? Scopriamone di più.
Tra i vari servizi proposti dalle scuole c’è anche la possibilità di far pranzare il proprio figlio alla mensa scolastica. In molti infatti sono i genitori che scelgono per una serie di motivi di affidare i propri bambini alle scuole per la gestione di questo servizio. Se da una parte possono esserci diversi punti a favore del perseguire questo tipo di scelta, per alcuni può essere svantaggioso o addirittura impossibile permettersi di usufruire del servizio.
Ma che cosa accade quando i genitori non hanno intenzione di fare questa scelta e preferendo di far portare a scuola ai propri figli un pasto già pronto preparato precedentemente in casa? Esiste un obbligo a presenziare in mensa e a pagare dunque il servizio, oppure tale prestazione è opzionale? Ecco le informazioni sull’argomento.
Sono tantissime le famiglie che si affidano al servizio della mensa scolastica per poter far pranzare i loro figli. Si tratta di una possibilità offerta da tante scuole mediante il pagamento di una retta richiesta ad ogni famiglia. In tanti in effetti non hanno la possibilità di far pranzare a casa i propri figli per motivi ad esempio lavorativi. Non tutti inoltre hanno a disposizione persone di fiducia o nonni che possono occuparsi del pasto dei ragazzi e dunque per tale motivo ci si affida a questo tipo di servizio. Inoltre per molti è anche molto pratico far pranzare direttamente a scuola i propri figli, specialmente se poi questi hanno un rientro pomeridiano.
Non tutti però possono sostenere il costo per usufruire di questo servizio e preferirebbero di gran lunga poter far pranzare il proprio figlio con pasti fatti in casa. Sono in tanti in effetti i genitori che si chiedono se sia davvero obbligatorio pagare una retta per la mensa o se invece è possibile scegliere alternative diverse. Posto che questo tipo di servizi non rientra tra le prestazioni gratuite offerte dalla scuola, bisogna specificare che comunque non è assolutamente obbligatorio.
È dunque plausibile poter trovare una soluzione diversa dal pranzo in mensa, senza dover per forza spendere soldi ai genitori. La scelta ideale sarebbe il metodo già accennato in precedenza e cioè quello di poter far pranzare a scuola il proprio figlio con il cibo portato da casa. In questo modo il genitore non dovrebbe sottostare a pagare nessun tipo di servizio, ma potrebbe far pranzare il bambino con gli altri suoi compagni.
Ma cosa dicono le norme in merito a tale argomento? La legge, che dovrebbe aiutare a capire come muoversi nel rispetto delle regole, non ci aiuta in realtà in questo caso a fare del tutto chiarezza, perché ci son stati casi contrastanti riguardanti il medesimo argomento. In una sentenza del 2019 delle Sezioni unite della Cassazione era stato escluso in maniera totale che si potesse portare il pranzo fatto in casa direttamente a scuola. La Suprema Corte si era espressa dicendo che questo diritto non sussistente se la scuola eroga un servizio di mensa. In particolare una delle motivazioni sarebbe il fatto che non è detto che il personale docente si debba occupare di vigilare sugli alunni che pranzano con un proprio pasto domestico. Inoltre in questa sentenza si aggiunge anche che i bambini devono mangiare in mensa perché si tratta di un luogo dove avviene una educazione alimentare. Un posto dunque importante in cui anche interfacciarsi tra compagni, oltre al momento delle lezioni o durante gli intervalli.
L’anno successivo invece il TAR del Lazio ha completamente ribaltato questa sentenza di fatto accogliendo quello che era stato il ricorso di genitori a cui era stato impedito di mandare i propri figli a scuola con un pranzo precedentemente preparato in casa. I giudici amministrativi hanno infatti spiegato che non è giusto imporre questo tipo di servizio perché non è indispensabile per la vita della collettività. Si tratta invece di un servizio a domanda individuale e quindi non d’obbligo. In questo caso per il TAR del Lazio i bambini possono avere l’opportunità di consumare cibo portato da casa direttamente a scuola purché non lo condividano con i propri compagni e che non venga mescolato con delle pietanze che invece sono previste nella mensa.
Due risultati completamente discordanti dunque, da cui possiamo però trarre comunque delle conclusioni. Sappiamo infatti che si può usufruire di questo servizio dato dalla scuola secondo la propria volontà, poiché questo non è obbligatorio così come non lo è nemmeno il pagamento di tale prestazione.
Chi usufruisce del servizio della mensa chiaramente è tenuto a pagare per la prestazione e il versamento di una retta. Se dunque un bambino pranza a scuola insieme a tutti gli altri compagni, ma i genitori non pagano per questa prestazione la scuola può attivarsi per cercare di recuperare le somme che gli spettano. Il dirigente scolastico convocherà dunque i genitori e farà partire una lettera di sollecito. Se poi i genitori insistono a non voler o poter pagare la retta, a quel punto ai figli verrà impedito l’accesso alla mensa.
Ai genitori rimarranno quindi solo due opzioni: o pagare la retta, o far pranzare il figlio con un pasto portato da casa, ma consumato in un’aula a parte e non insieme agli altri bambini. In alcuni casi può capitare che il Comune scelga di recuperare i propri soldi con un’esecuzione forzata, facendo in modo però che i bambini non subiscano in alcun modo il mancato pagamento della mensa, consentendo dunque a questi di poter pranzare insieme ai compagni.
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