L’Italia finalmente si adegua, al pari degli altri paesi della Ue, sulle nuove regole in merito ai permessi per lavorativi per coloro che si occupano della tutela di un malato cronico o di un disabile che rientra nei criteri della famosa legge 104.
Un termine “anglofono”, di uso ormai comune nel nostro linguaggio giuridico, li definisce “caregiver”.
Ovvero si tratta di quei soggetti che, consanguinei o legati ad un rapporto di parentela, si occupano direttamente della tutela di un malato cronico o di una persona affetta da una disabilità riconosciuta dagli ampi criteri della nostra legge 104.
Si tratta della Direttiva Ue 2019/1158. Siamo di fronte al Decreto Legislativo 30.6.22 n. 105, in vigore dal 13.8.22, che introduce così alcune riforme alla legge 104/1992 (articolo 33) e al decreto legislativo 151/2001 (articolo 42.5).
E’ fondamentale capire, innanzitutto, che la Legge 104 è parte integrante del nostro Sistema Sanitario Nazionale Italiano (SSN).
Siamo di fronte ad un argomento importante per il modo in cui viene gestita la sanità disposizione di tutti cittadini.
Una pari struttura pubblica, seppur con tutte le sue lacune, che è stato difficile se non impossibile realizzare per altri paesi come gli Stati Uniti. E’ importante capire i suoi risultati positivi, come ad esempio, nel nostro caso, fornire cure affidabili e qualitativamente convenienti ai soggetti più fragili, ma anche i suoi palesi difetti, come la lunga attesa dei tempi per esami, procedure e visite mediche.
E poi ecco il suo doppio sistema di assistenza sanitaria pubblica insieme all’assistenza sanitaria privata, che spesso lavorano insieme, offre un modello interessante da studiare.
Inoltre, è importante capire come questo doppio sistema si prende cura delle persone con malattie a lungo termine.
La legge 104 fa esattamente questo. Non tutela solo le persone che non sono più capaci, loro malgrado, di condurre una vita lavorativa al pari di quella degli altri, ma si occupa anche di tutelare la loro dignità di persone.
Al centro del cambiamento c’è il malato e con esso i familiari che devono occuparsi delle sue cure.
Nello specifico si tratta di permessi lavorativi di cui queste persone, adesso più di un soggetto appunto, possono usufruire per accudire appunto la moglie, il marito o l’anziana madre affetta da una disabilità riconosciuta e totale.
La novità era attesa da tempo: non più un unico familiare, ma tutti i componenti di un nucleo.
Quindi una moglie e i figli di un un uomo affetto da grave disabilità potranno godere di queste agevolazioni.
Caregiver sta appunto per portatori di cure. Possiedono appunto la tutela legale del malato e possono assentarsi dal lavoro.
Ci riferiamo a visite mediche urgenti, terapie, assistenze per chi è allettato, improvvisi ricoveri e tutto quanto concerne la tutela della dignità della persona la cui disabilità è riconosciuta dallo Stato.
E non dimentichiamo nemmeno la pensione anticipata per la moglie o il marito del malato.
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