Cosa accadrebbe se in un ipotetico domani, la nostra Italia decidesse di uscire dall’Euro? E’ davvero possibile immaginare che uno dei Paesi fondatori della Ue possa fare a meno della moneta unica con tutte le conseguenze del caso?
L’ascesa di forti “partiti euroscettici” in Italia negli ultimi anni ha sollevato serie preoccupazioni sul fatto che il nostro paese rimarrà permanentemente nell’area dell’euro.
Sebbene la retorica anti-euro sia ora più smorzata, nell’economia aleggia ancora il timore di un “Italexit” sul modello britannico. Il debito pubblico notoriamente elevato dell’Italia è generalmente considerato sostenibile e non a rischio di insolvenza; tuttavia, gli investitori vedono che le incognite politiche continuano a pesare sulla stabilità finanziaria del paese.
Attualmente, i partiti euroscettici sono chiaramente in testa ai sondaggi in Italia. Non c’è dubbio che con il risultato maturato delle recentissime elezioni, il leader leghista Matteo Salvini riveste un ruolo di primo piano nel nuovo Governo. Salvini ha recentemente definito l’euro irreversibile.
Tuttavia, alcuni dei suoi consiglieri continuano a riflettere pubblicamente sull’opzione di uscita, e il suo partner di coalizione, che oggi guida il neonato Governo come partito più votato in assoluto, Fratelli d’Italia, è forse anche più antieuropeo della Lega. Riusciranno allora Lega e Fratelli d’Italia a portare l’Italia fuori dall’euro? Cosa accadrebbe se ci riuscissero davvero?
Un documento preparato dalle autorità italiane nel 2012, nel momento più drammatico della crisi dell’euro, rivela come conseguenze economiche e controversie legali renderebbero Italexit praticamente impossibile. Il documento dovrebbe scoraggiare, una volta per tutte, i consiglieri apertamente anti-euro di Salvini dall’attuare il loro sconsiderato piano Italexit.
Cosa accadrebbe se l’Italia abbandonasse l’Euro?
Alla fine del 2011 un gruppo di lavoro composto da rappresentanti di alto livello del governo italiano e della banca centrale è stato incaricato di studiare le conseguenze di un’uscita involontaria dell’Italia dall’euro. Temevano che la crisi greca potesse causare una perturbazione più ampia e far scappare gli investitori dalle economie periferiche dell’area dell’euro. All’inizio di novembre 2011, l’Italia stessa era prossima all’esclusione dal finanziamento del mercato. Quella drammatica esperienza, culminata con le brusche dimissioni dell’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, motiva l’iniziativa.
Alcuni mesi dopo, il gruppo ha prodotto un documento di 11 pagine chiamato “Piano Z” (un simile documento greco preparato a Bruxelles portava lo stesso nome) per chiarire le implicazioni dell’opzione estrema dell’Italia sul modello inglese. Lo studio ha considerato l’eventualità di una crisi di fiducia nell’area dell’euro che spingerebbe i depositanti a ritirare i propri fondi dalle banche italiane. Le autorità italiane sarebbero quindi costrette a introdurre controlli amministrativi che limitino i prelievi di contanti, nonché a chiudere i trasferimenti di denaro transfrontalieri. Tali misure, sebbene inevitabili, avrebbero aggravato il panico tra la popolazione.
Allora l’Italia potrebbe uscire davvero dall’Euro? Se ciò avvenisse, si verificherebbe, di fatto, senza un quadro giuridico predeterminato, poiché il Trattato Ue non prevede la possibilità di abbandonare l’unione monetaria. Tecnicamente sarebbe stata introdotta una nuova valuta denominata Eurolira. Dal momento che non ci sarebbe il tempo per stampare nuove banconote, le vecchie dovrebbero essere contrassegnate dalle banche. I depositi bancari verrebbero convertiti in tempo reale in Eurolira. Insomma un bel caos che di certo qualsiasi Governo di casa nostra, seppur antieuropeista, vorrebbe di certo evitare.