Pensione 2023, cambia tutto: quanti anni serviranno per ritirarsi dal lavoro?

Quali sono i principali percorsi per accedere al pensionamento in Italia? Esiste solo la fatidica età dei 67 anni con un minimo di 20 anni di contributi? E’ bene analizzare tutte le normative vigenti e le possibili novità in atto.

La riforma del sistema pensionistico italiano, a partire dal 2011, prosegue lungo filo conduttore delle evoluzioni contributive avviate negli anni 90. In particolare questo accade per quanto riguarda il calcolo delle pensioni. Tuttavia, introduce per l’accesso al pensionamento, un parametro essenziale che è quello della “maggiore aspettativa di vita”.

RIVOLUZIONE DELLE PENSIONI-3-2
Fonte Foto Canta

Questo desiderio di armonizzare e di razionalizzare il sistema pensionistico, però, si è scontrato, negli anni, con l’introduzione di molti ostacoli e pericolose involuzioni.

Guardando alle azioni senza fine dei legislatori del recente passato, nel nostro Paese, è difficile fare distinzione. Ovvero è dura fare differenze tra coloro che hanno fatto parte di un reale processo di riforma pensionistica, rispetto a meri gesti adatti alle circostanze o a banali dibattiti politici del momento.

Sappiamo bene che, in questo momento storico, al nuovo Governo Meloni è affidato il compito, decisamente arduo, annunciato ma non portato a termine dai precedenti esecutivi, di una “Riforma Globale” del nostro sistema pensionistico.

Occorre adattare gli introiti dei pensionati al mutato costo della vita. Non dimentichiamo, però, che siamo ancora di fronte ad un sistema che come noto consente una via d’uscita che non è mutata rispetto al passato.

Ci riferiamo alla possibilità, che per non sembra destinata a mutare, di andare in pensione a 67 anni. Ecco un requisito che quindi non è cambiato e consente, con un minimo di 20 anni, di accedere alla pensione minima di circa 700 euro. Chiediamoci però se esistono altre modalità per andare in pensione e provare a vivere “il nuovo tempo” della propria esistenza in grande serenità, dopo una esistenza di sacrifici lavorativi.

Pensione 2023: novità e vecchie leggi

Non dimentichiamo che in Italia, indipendentemente da quelli che saranno i prossimi inevitabili mutamenti e le riforme in atto, esiste la Legge Amato. Ecco la norma a cui pochi fanno riferimento ma che consente un percorso di pensionamento alternativo.

La normativa in questione prevede che, citiamo testualmente “si potrà lasciare il lavoro a 67 anni avendo versato tutti i contributi entro il 31 dicembre 1992. Oppure il pensionamento sarà raggiungibile con 15 anni di contributi in seguito ad autorizzazione dei versamenti di contribuzione volontaria rilasciata prima del 1° gennaio 1993″.

Pensione: basteranno i 20 anni di contributi dal 2023?

Attenzione, lo dicevamo prima, ai mutamenti in corso e al differente sistema di calcolo attuale del pensionamento. Ricordiamo infatti che, i 20 anni di contributi, sono sufficienti solo per chi ha iniziato a lavorare prima dell’anno 1996 (calcolo retributivo). Ovvero siamo di fronte al calcolo sulla media degli stipendi degli ultimi periodi di carriera.

Per coloro che calcolano la loro posizione dall’anno successivo, ecco arrivare il sistema di calcolo che diventa contributivo, ovvero calcolato strettamente in base alla regolarità dei contributi versati e alla loro quantità. E gli esperti non hanno mai esitato ad affermare che si tratta di uno svantaggio, visto che A partire dal 2023, i famosi 20 anni potrebbero non bastare più.

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