Cosa succede quando una cartella esattoriale non ci viene notificata con la consueta raccomandata ma arriva attraverso la pec, ovvero la posta elettronica certificata? Si tratta di una casistica che si verifica spesso di questi tempi e sulla quale vale la pena porre delle importanti riflessioni.
Sia che si tratti di un’azienda che di una ditta individuale legata ad un privato, la pec, la posta elettronica certificata rappresenta oggi uno strumento di uso comune.
E’ indispensabile per chi gestisce una partita iva, ma anche per chi ha bisogno di inviare comunicazioni ufficiali e dialogare con la pubblica amministrazione.
L’uso di una pec si rende necessario, ad esempio, anche quando l’Inps ci deve inviare comunicazioni relative alla nostra situazione previdenziale. L’Ente ci avvisa che ci sono novità e aggiornamenti da esaminare, che vanno quindi visionati entrando nel nostro account con l’apposito spid.
La crisi economica in corso del resto è roba da far tremare le gambe e quando si parla di pec viene subito spontaneo pensare anche alle cartelle esattoriali. Eccole le odiose sanzioni, quelle che tante famiglie e tante imprese oggi, loro malgrado, si ritrovano “sul groppone”, dal momento che anche nel caso di un semplice libero professionista viene davvero difficile riuscire a pagare, ad esempio, i contributi Inps.
Ma come dobbiamo comportarci quando una cartella esattoriale relativa a pendenze nei confronti del fisco perviene attraverso la nostra Pec? Cosa accade quando non ci viene invece notificata con una classica raccomandata da firmare?
Secondo quanto rivelano gli esperti, potrebbe anche verificarsi l’ipotesi che la cartella sanzionatoria in questione possa essere annullata.
Per quale ragione vi chiederete voi? Per il semplice motivo che se possediamo un’azienda si verifica che la nostra pec risulta presente negli elenchi ufficiali, se ad esempio siamo iscritti alla camera di commercio.
Le normative vigenti parlano chiaro e ci rivelano che, in base a quanto si evince dall’articolo 26 del decreto del presidente della Repubblica 602/1973, se la nostra pec non è negli elenchi ufficiali, allora potremmo anche impugnare la cartella esattoriale. Questo accade perché la sua notifica nei nostri confronti potrebbe non essere valida.
Tuttavia la giurisprudenza in tal senso non è chiara. Soprattutto non ci mette nella condizione di possedere certezze assolute.
A questo punto se la cifra è bassa, forse ci conviene pagare, a meno che non si possa ottenere uno sconto o usufruire di una sanatoria. Sarebbe meglio piuttosto che intraprendere battaglie legali che, di questi tempi, potrebbero peggiorare la già “triste” situazione del nostro conto corrente.
Altresì, rispetto a cifre magari abnormi, ritenute ingiuste, allora non ci resta che consultare un legale per capire se la notifica arrivata esclusivamente via pec non possa essere ritenuta invalida.
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