Chiediamoci se è possibile che i debiti di un soggetto ricadano sul coniuge con addirittura l’eventuale pignoramento dello stipendio della moglie, nel caso in cui il marito sia insolvente verso la pubblica amministrazione o verso aziende private.
Sono tempi delicatissimi, nei quali essere “cattivi pagatori” non equivale per forza a colpe specifiche. Tanti, troppi piccoli imprenditori, sono sul punto di dichiarare fallimento, se non lo hanno già fatto. Durante la Pandemia, migliaia di artigiani, di ristoratori, di commercianti hanno dovuto arrendersi, abbassando la serranda.
Come se non bastasse, quando il terremoto sembrava destinato a placarsi, ecco arrivare altre pesanti scosse telluriche. Ecco sopraggiungere inflazione e rincari energetici che hanno finito di mettere in ginocchio famiglie e imprese.
In un’epoca in cui il divorzio si verifica in oltre la metà dei matrimoni e ogni coniuge può intraprendere carriere che possono sfociare in ingenti debiti. Così viene fuori la questione di quando un coniuge deve far fronte a terzi per i debiti di un marito o di una moglie e la vicenda può diventare critica ma estremamente realistica.
In genere, un marito o una moglie falliscono negli affari o in un investimento e devono affrontare creditori aggressivi. Sono coloro che puntano ad appropriarsi rapidamente i beni di proprietà di quel marito o moglie. Quando possono allora i creditori rivolgersi e cercare di far valere una sentenza esistente nei confronti di un coniuge? Quando possono intaccare i beni dell’altro coniuge? Questo è l’argomento di questo articolo.
Immaginiamo di essere di fronte a un matrimonio in classica comunione dei beni. Il patrimonio di entrambi può essere ritenuto “responsabile diretto” e quindi intaccabile per qualsiasi debito contratto da uno dei coniugi durante il matrimonio. Tutto questo indipendentemente dal fatto che uno o entrambi i coniugi beneficino del debito.
Questo non include i guadagni del coniuge non debitore per quanto riguarda i debiti accumulati dal coniuge debitore prima del matrimonio. Significa che la moglie di un marito imprenditore che ha contratto debiti con il pubblico o il privato prima delle nozze, non può subire le conseguenze di tali pendenze.
Cattivo pagatore: cosa rischia il coniuge?
E’ chiaro se si tratta di essere ad esempio di soggetti inadempienti nei confronti di un mutuo bancario o di una finanziaria, e siamo di fronte alla comunione dei beni di due coniugi, l’istituto di credito o la società avranno magari chiesto la firma di entrambi. Quindi è automatico che la moglie pagherà con il suo stipendio i debiti del marito.
Quando un cattivo pagatore arriva al punto di non ritorno del pignoramento dei beni, e ciò non dovrebbe mai accadere, prima di tutto i creditori “aggrediranno” il suo patrimonio personale. Oppure punteranno alle sue future eredità (una casa che gli spetta dopo il decesso dei genitori essendo figlio unico). Se tutto questo non dovesse essere sufficiente per coprire le mancanze, sarà naturale “colpire” lo stipendio del coniuge se in comunione dei beni.