Quanto costa ai commercianti avere il POS in termini di spese fisse e commissioni? Ecco tutte le informazioni su questo argomento specifico.
Ormai da tempo per poter fare le proprie spese online, ma anche nei negozi fisici si utilizzano sempre di più carte di credito o bancomat. Il POS dunque diventa uno strumento indispensabile sia per esercenti, che per i clienti.
Soprattutto questi ultimi lo trovano un metodo molto più semplice e veloce per le proprie transazioni e molto più comodo rispetto ai contanti. Ma quanto costa ai commercianti e quali sono i costi per commissioni che a questi vengono richiesti? Scopriamone di più in questo articolo.
POS, una tendenza in netto calo
Si tende a dibattere sempre più spesso l’argomento riguardante l’utilizzo del POS nel nostro paese. Con l’entrata del nuovo governo sembrava dovessero prefigurarsi nuovi cambiamenti sulle leggi che lo riguardano, ma in realtà la legge di bilancio alla fine non ha previsto alcuna modifica. Dunque tutti i commercianti e professionisti hanno ancora l’obbligo di accettare sia bancomat, che carte di credito per qualsiasi tipo di importo e dunque non soltanto per spese superiori ai 60 euro, come si era discusso proprio negli ultimi tempi.
Questo sistema continua quindi ad essere quello privilegiato, ma quali sono i costi che devono fronteggiare gli esercenti? A quanto pare la buona notizia è che tutti i dati relativi ai costi fissi e transazione sono in netto calo nel nostro paese. Per quanto riguarda ad esempio i costi periodici il dato dimostra che rispetto al 2017 in quest’ultimo anno il canone mensile per commercianti e professionisti è di circa 8,93 euro. Dunque rispetto al 2017 questo canone mensile ha vissuto una riduzione di addirittura il 50,7%. Questo dato conferma quindi un calo davvero drastico dei costi fissi rispetto a cinque anni fa e adesso è inferiore di circa 49 euro, e invece il canone mensile ha visto una riduzione di 10 euro circa.
Ciò vuol dire che attualmente munirsi di POS è molto meno costoso. Inoltre bisogna anche dire che una delle motivazioni che spingeva gli esercenti a non voler utilizzare questo tipo di pagamento era per via delle commissioni che erano troppo alte. Ma anche queste stanno subendo una riduzione drastica e anch’esse vedono un netto caldo. Chi utilizza ad esempio il circuito PagoBancomat di media ha una commissione del 1,23% rispetto al 2017 quando la media era di 1,92%. Ma anche carte di circuiti diversi vedono sempre una riduzione delle spese di commissioni.
Negli ultimi tempi in realtà nel nostro paese soprattutto nel periodo che va da agosto a dicembre c’è stato un aumento dei costi che ha un dato di un più 21%. Per quanto riguarda il costo fisso troviamo un +44% del canone mensile che viene richiesto a tutti i commercianti. Questo aumento dei costi fissi però fortunatamente viaggia di pari passo con un calo delle commissioni e ad esempio il circuito PagoBancomat da un 1,45% è passato a un 1,23%. Anche le carte di altri circuiti hanno visto un netto calo e la commissione media adesso va da 1,73%, ha 1,35%.
Secondo un’indagine fatta da SOStariffe.it e L’osservatorioconfrontaconti.it, si è voluto realizzare una sorta di simulazioni per cercare di quantificare in realtà il dato riguardante la percentuale in calo della spesa media per utilizzare questo tipo di device. Sono stati presi in considerazione tre tipologie di profili e cioè libero professionista, negoziante e ristoratore. Il primo segnala poche transazioni annue, con un importo medio che però è più elevato. Il secondo registra più transazioni vendendo prodotti al dettaglio, ma l’importo medio è invece inferiore se paragonato a quello del libero professionista. I ristoratori hanno un numero elevato di transazioni ma registrano sempre un importo medio ridotto.
Dunque si può dire che il libero professionista ha un calo della spesa riguardante il pagamento elettronico che va da un minimo del 38% fino a un massimo del 64%. Molto simili percentuali ha pure il negoziante che ha un taglio della spesa tra il 33% e il 61%. Mentre per il ristoratore il taglio della spesa va dal 30% al 61%.