Tra i tanti interventi in arrivo c’è quella che riguarda la Flat tax per le partite IVA. Si tratta di una novità che stravolge tutto: ecco come funziona e che cosa sapere a riguardo.
In questi giorni il governo è alle prese con la Legge di Bilancio 2023 da approvare entro il 30 novembre, giorno in cui dovrà essere presentata all’Unione Europea. In questa manovra si sta lavorando anche al sistema fiscale non progressivo da applicare alle partite IVA che non godono del regime forfettario. Questa è proprio una delle ipotesi più discusse dentro e fuori l’esecutivo.
Mancano pochi giorni a quando il governo, guidato da Giorgia Meloni, approverà la legge di bilancio. Nonostante si sia insediato da pochi giorni, l’esecutivo ha già promesso grandi cambiamenti per quanto riguarda l’economica, così anche per gli altri settori. Tuttavia, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha spiegato che è al vaglio la proposta sulla Flat tax incrementale dedicata alle partite IVA che non applicano il regime forfettario.
Già in campagna elettorale, Fratelli d’Italia aveva promesso un’estensione ai lavoratori autonomi con i compensi fino a 100mila euro. Una promessa che non può essere mantenuta, almeno per il momento, dal governo. Tuttavia, il governo intende allargare la platea di beneficiari comprendendo quindi le partite IVA che hanno dei ricavi fino a 85 mila euro annui, al fronte dei 65mila euro di adesso.
Flat tax incrementale, partite IVA fino a 85mila euro
A confermare questa novità del ministro dell’Economica è stato anche Federico Freni, il sottosegretario del ministero dell’Economia e delle Finanze. Questo ha parlato ai microfoni di Radio24 ed ha spiegato questa novità che riguarda le partite IVA che hanno ottenuto il bonus 200 euro. Ha spiegato che la Flat tax è un programma che sarà strutturato in 5 anni e quindi andrà a step.
Il primo step vuole che l’obiettivo iniziale è quello di portare ad alzare la soglia a 85mila euro. Quindi di 20mila euro rispetto ad oggi. Anche se il programma iniziale voleva i famosi 100mila euro. Ma questo non è possibile in quanto ci sono le variabili macroeconomiche. Ma le novità non terminano qui, visto che ci sono altre cose da considerare in questo termine.
La Meloni, per tenere fede alle promesse elettorali, intende anche introdurre la tassa piatta incrementale. Questo vuol dire che si applicherebbe il 15% solo in caso di aumento del reddito, altrimenti no. Tuttavia, si deve prendere in considerazione un dato importante. In quanto si tratta di un aumento del reddito del triennio precedente.
Nel frattempo è uscito il dato in merito all’aggiornamento della Nadef in merito all’evasione fiscale delle partite IVA. Nonostante il gap fiscale sia sceso, i numeri restano ancora molto alti. Visto che il dato segnalato è del 68,7%. Una relazione che potrebbe essere dovuta da quando si è abbassata la soglia massima di 65mila euro.