È già partita la macchina governativa per quanto riguarda la riforma delle pensioni. Si parla di una rivoluzione in merito alle Quote a partire dal 2023: ecco tutte le novità che sono sul tavolo.
Il nuovo esecutivo sta mettendo mano ad un bel po’ di decreti e misure che erano state emanate negli anni precedenti. In questo restyling generale non potevano di certo mancare le pensioni, un tema caldo e dibattuto. L’argomento era stato toccato in più di una occasione durante le campagne elettorali. Mentre adesso ci potrebbero essere serie novità su più fronti. Andiamo a vedere nel dettaglio.
Dopo poche settimane dal giuramento e dalla fiducia, il governo guidato da Giorgia Meloni si è messo al lavoro per approvare la Legge di Bilancio. In questo contesto verrà, con ogni probabilità, inserita la riforma delle pensioni per scongiurare il ritorno della legge Fornero dal 1° gennaio 2023. Proprio per questo, i tecnici stanno lavorando per valutare delle ipotesi che sono sul tavolo.
Quello che si percepisce dalle dichiarazioni è che ci potrebbe essere una revisione profonda dell’intero sistema pensionistico, che negli anni è stato oggetto di discussioni e malumori. Tra le valutazioni che si stanno facendo c’è quella in merito alla Quota 102, che andrebbe ad essere ‘rivisitata’ attraverso la Quota 41. Così come c’è in cantiere anche la modifica di Quota 104, senza parlare della Quota 103 ‘flessibile’ e della Quota 102 ‘doppia’.
Riforma delle pensioni: le nuove misure
Il governo si è mostrato fin dall’inizio ostile alla possibilità di far ritornare la Legge Fornero in versione integrale dal prossimo ano. Per questo motivo i tecnici stano lavorando affinché ci siano delle novità per il 2023. Si era già parlato di quattro possibili scenari in merito alla pensione. Ma adesso, che mancano pochissimi giorni dall’approvazione della Legge di Bilancio, in molti si chiedono quali rivoluzioni ci saranno e soprattutto in che modo toccheranno i pensionati.
Quota 102 “rivisitata”
Per quanto riguarda la Quota 102, il governo avrebbe intenzione di ‘rivisitarla’ attraverso la Quota 41. In poche parole La soglia anagrafica è di 61 anni, mentre potrebbe esserci il vincolo dei 41 anni di contributi pagati. Tra l’altro ci sono state delle novità in merito ai pagamenti dei contributi Inps nel corso degli anni. Si tratta in qualche modo di una manovra che precede il decollo di Quota 41 in formula “secca”.
Quota 104 con vincolo
La riforma delle pensioni andrebbe ad intaccare anche la Quota 104 che sarebbe molto meno costosa rispetto alla Quota 102. Dove rimane fermo il vincolo dei 41 anni di contributi. In pratica la manovra prevede di andare in pensione con 63 anni e 41 anni di contributi versati all’Inps. Una soluzione che però vede l’ostilità dei sindacati che preferiscono l’uscita dal lavoro con Quota 41 “secca” oppure con 62 anni.
Quota 103 e Quota 103 “flessibile”
Una scelta che metterebbe d’accordo sia il governo che i sindacati è quella che prevede la riforma Quota 103 che vuole il lavoratore in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi versati. La variante è la Quota 103 “flessibile” in cui potrebbe esserci la possibilità di andare in pensione a 61 anni e 41 anni di contributi.
Quota 102 “doppia”
Tra le ipotesi fatte in merito alla riforma delle pensioni c’è anche quella sulla Quota 102 ‘doppia’. L’obiettivo è quello di far uscire dal lavoro con il compimento dei 61 anni e di 41 anni di contributi. Ma si potrebbe lasciare anche i requisiti introdotti dall’esecutivo Draghi che aveva previsto 64 anni con 38 anni di contributi.