Il conflitto russo-ucraino, da ben sette mesi, dilania la nostra quotidianità e tiene banco sui notiziari di tutto il mondo. Ma ci siamo mai chiesti, in caso di esplosione di una Terza Guerra Mondiale, quale sarebbe il ruolo dell’Italia e quali cittadini verrebbero chiamati obbligatoriamente alle armi?
L’obbligo del servizio di leva è fermo, nel nostro Paese, dal lontano 2005. In quell’anno una legge ben precisa, ha sancito, anche per l’Italia, la decisione di ricorrere ai militari di professione. Una parte della politica, però, non ha mai nascosto il desiderio di ripristinare un servizio militare obbligatorio inquadrandolo come strumento educativo e di crescita per i giovani.
L’Italia, come Paese membro della Nato, viaggia di pari passo con le decisioni di quegli Stati Uniti che da tempo hanno basi militari nel nostro territorio, da Nord a Sud. Inutile tergiversare sull’argomento, siamo e continueremo ad essere “filoamericani” dal punto di vista politico-militare. E se davvero, da un giorno all’altro, dovesse esplodere una Terza Guerra Mondiale, con al centro del conflitto Russia e Stati Uniti, la nostra Italia non potrebbe certo avere una posizione neutrale.
Il nostro codice militare attualmente in vigore, impone all’Italia il ruolo di Paese che non attaccherà mai per primo. Dovremmo, però, immaginare quale potrebbe essere la nostra doverosa reazione nel momento in cui qualcuno attaccasse il nostro territorio. Oppure potrebbe accadere che gli Stati Uniti stessi richiedano il nostro intervento nel nome del patto Nato.
Ma allora, è lecito chiedersi, se davvero dovesse esplodere una Terza Guerra Mondiale, quali cittadini italiani sarebbero chiamati alle armi? Sicuramente la risposta è meno allarmistica di quanto immaginiamo.
Italia in Guerra, chi viene chiamato alle armi?
Non siamo ai rigidi tempi della Prima o della Seconda Guerra Mondiale. Ovvero in cui lo Stato preleverebbe i giovani dalle proprie case, senza nessun addestramento, e li obbligherebbe a a imbracciare un fucile. Al giorno d’oggi tutto questo sarebbe controproducente. Immaginiamo, quindi, che prima di tutto ad entrare in guerra saranno i militari di professione.
In seconda battuta poi, si ricorrerebbe ai membri delle altre Forze Armate (Carabinieri, Polizia, Finanza). E poi ancora toccherebbe militari in congedo ma ancora in buone condizioni fisiche. Possiamo stare tranquilli quindi: è molto difficile ipotizzare che, nel caso nefasto di una Terza Guerra Mondiale, qualcuno verrà a bussare alla nostra porta obbligandoci a indossare una mimetica, costringendoci a difendere il paese da un qualsivoglia attacco di una forza nemica.
Si dovrebbe immaginare il verificarsi del caso incredibile, più unico che raro, in cui, nel caso di un conflitto armato, le forze militari professioniste non fossero sufficienti. Ma anche in questo caso si andrebbe per selezione, scegliendo persone idonee per età e per condizioni fisiche. Per fortuna, al giorno d’oggi, va riconosciuto il merito alla politica internazionale di saper mediare.