Sta per arrivare il bonus 150 euro per molti dipendenti. Con esso, scattano anche i controlli per vedere se è tutto in regola. Ecco chi rischia e per quale motivo non avrà questo beneficio.
Sta per arrivare un altro incentivo che può dare una mano importante a tutte le famiglie in difficoltà. Nel decreto Aiuti ter, il bonus 150 euro è stata la misura per contrastare il caro bollette. Questo sarà ricevuto dai lavoratori dipendenti con la busta paga di novembre. I controlli, però, potrebbero portare tale beneficio a non essere presente.
Quando si parla di bonus e incentivi, vanno sempre rispettate certe regole. Nel caso non fossero rispettate, allora, non si potrebbe seguire altrimenti. In questo caso, il datore di lavoro non deve solo fare richiesta ai suoi dipendenti dell’autocertificazione. Ma deve effettuare la dovuta verifica in merito al reddito. Solo dopo questa si erogherà il bonus.
Il bonus si riferisce ai lavoratori pubblici e privati, i primi riceveranno il beneficio senza autodichiarazione. Sono poi i datori di lavoro a fornire questo bonus. Facciamo attenzione perché tra qualche mese il bonus 150 euro non ci sarà più. Il sostegno, dunque, potrebbe non palesarsi in alcune buste paga. Vediamo chi rischia e perché.
Bonus 150 euro, partono i controlli sulle condizioni reddituali: chi rischia?
In precedenza abbiamo sottolineato di come il reddito faccia la differenza nella ricezione del bonus. Questo per il mese di novembre non deve superare 1.538 euro. Cifra al netto della tredicesima che arriverà per moltissimi dipendenti.
Oltre l’autodichiarazione, il datore di lavoro è chiamato a valutare il reddito. Ci riferiamo al settore privato dato che in quello pubblico, l’autocertificazione è stata eliminata. Oltre alla soglia reddituale, il lavoratore deve dichiarare di non ricevere pensione, reddito di cittadinanza, assegno sociale. Inoltre, l’indennità può essere erogata solo da un datore di lavoro. In caso di pi lavori, sarà il dipendente a dichiarare quale datore dovrà procedere all’erogazione.
L’erogazione deve avvenire anche se il lavoratore presenti una retribuzione zero per Cigo o Cigs. Si tratta, in questo caso, del caso di una sospensione del rapporto lavorativo oppure il congedo parentale. In questi due scenari, si deve tener conto solo della retribuzione teorica. Un prospetto di mensilità del lavoratore nel caso il rapporto fosse proseguito.
L’erogazione non avviene nel caso in cui ci fosse l’azzeramento per il mese di novembre della retribuzione a causa di eventi che non risultano coperti da contribuzione figurativa. Aspetto che risulta essere a carico dell’INPS. Stessa dicasi dell’aspettativa non retribuita.
Dunque, ci sono alcuni criteri da rispettare e tutti saranno controllati dal datore di lavoro. In attesa dello stop definitivo, si può fare ancora domanda per il bonus 150 euro. Questa non deve essere presentata da tutti i lavoratori ma solo da alcuni dipendenti. Domanda da fare in via telematica.