Mentre tutto è in aumento, non potevano mancare gli affitti delle case che nel 2023 subiranno un rialzo. Un incremento che va a colpire alcune persone: ecco che cosa è previsto.
È stato rivelato un incrementi del valore del consumo medio di ogni settore. Parliamo ad esempio dei generi alimentari che ha provocato prezzi alti nei supermercati, ma anche nelle catene alimentari e nei ristoranti. Senza contare i costi delle bollette di luce e gas che sono esorbitanti per la maggior parte delle persone. La stangata il prossimo anno potrebbe arrivare per quanto riguarda il canone mensile per le abitazioni.
Il tasso di inflazione è salito alle stelle nell’Eurozona in questi mesi del 2022. Basti pensare che ha raggiunto livelli che non si vedevano da quarant’anni a questa parte. L’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari ha dato il maggior contributo all’aumento dell’inflazione. Senza contare l’incremento del costo nelle bollette di luce, gas e carburante che ormai genera panico a chiunque.
Una crisi economica che non fa sconti in nessun settore, nemmeno per quanto riguarda gli inquilini nelle abitazioni. A questi aumenti che abbia indicato sopra, potrebbe arrivare presto anche quello relativo al canone degli affitti delle case. Un aumento che non tutti sanno che dipende tutto dall’indice FOI, che non è altro un indicatore per i prezzi del consumo degli italiani.
Affitti case 2023 in aumento: chi lo subirà?
Si può aumentare l’affitto anche se il contratto sottoscritto dice un altro canone? Purtroppo si. Non tutti lo sanno, ma a prescindere dal tipo di contratto il padrone di casa ha diritto di aumentare l’affitto per colpa dell’inflazione. Proprio per questo motivo da gennaio 2023 alcune persone potranno subire un vero salasso in quanto il canone annuale potrebbe adeguarsi alla situazione economica che c’è nel nostro paese.
In questo scenario di inflazione record e di aumenti di prezzi in generale, anche gli affitti potrebbero subire uno scossone. L’aumento può essere chiesto dal padrone di casa a voce o tramite raccomandata all’inquilino. Quest’ultimo deve versare l’aumento solo se viene richiesto. Anche se il padrone di casa può pretendere fino a 5 anni di aumento in una sola soluzione.
In poche parole, se in passato si è dimenticato di chiedere l’aumento dell’affitto ha sempre tempo per farlo e chiedere indietro gli arretrati di tutti i canoni che dovevano avere l’aumento a seconda dell’indice FOI pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. È l’Istat che decreta il tasso inflazionistico facendo appunto riferimento agli aumenti dei prezzi.
È bene specificare che chi ha firmato un contratto libero può essere colpito fino ad un aumento del 100% del tasso inflazionistico. A meno che non vi è sottoscritto nel contratto una percentuale diversa. Chi ha sottoscritto un canone concordato l’aumento non può essere al di sopra del 75% del tasso d’inflazione.
Affitti case 2023 in aumento: chi non lo subirà?
Non tutti però potranno subire gli aumenti dell’affitto di casa dal padrone. Questo perché dipende tanto dal contratto che si è firmato. Ad essere fuori da questo meccanismo è chi ha firmato un contratto con cedolare secca e quindi si salva in tutti i casi dagli incrementi. La norma prevedere il divieto ai proprietari di adeguare l’affitto all’inflazione.