Gli stipendi potrebbero presto cambiare per molti lavoratori. Il governo Meloni è pronto a rendere la busta paga più pesante. Vediamo quali potrebbero essere i temi da toccare per portare ad un aumento.
I problemi che riguardano gli italiani sono tantissimi mentre le risorse sono poche. Nonostante delle condizioni non proprio ideali, il governo è partito e sta muovendo già i primi tasselli. In questo caso, l’intervento riguarda la possibilità di aumentare gli stipendi ai lavoratori.
Il problema degli stipendi bassi è, ormai, storico. Il costo della vita continua a crescere mentre le mensilità dei lavoratori sono sempre uguali. Uno squilibrio che, ancora di più oggi, è davvero troppo pesante e profondo. Le difficoltà a seguito dei tanti aumenti sono palesi. Per tale ragione, il governo prova a cambiare lo scenario.
Il primo passo per garantire una busta paga più pesante passa dalle tasse delle imprese. Oggi, le aziende sono in difficoltà anche per colpa delle tante tasse. L’idea è quella di abbassare le tasse per permettere stipendi più alti. Proprio a questo sta mirando il nuovo governo. Per raggiungerlo bisognerà fare attenzione a due temi. Si va dai benefit aziendali, conosciuti come fringe benefit, fino ai premi di produttività.
Stipendi più alti? Il governo Meloni si muove così: le condizioni
Le manovre del governo Meloni sono tante, alcune riguardano l’aumento degli stipendi e l’abbassamento delle tasse per le aziende. Per costruire questo scenario si potrebbe far riferimento, oltre ai due temi citati in precedenza, anche al taglio del cuneo fiscale.
Partiamo dai fringe benefit. Questi sono i compensi, non in denaro, erogati tramite beni e servizi che resteranno dentro la busta paga. Ad esempio, in questo caso rientrano i buoni pasto. Nel decreto Aiuti bis c’è stato l’aumento dell’esenzione a 600 euro. In questo sono state incluse anche le spese domestiche. Queste agevolazioni possono unirsi anche al bonus carburante. Il governo non solo potrebbe confermare quanto scritto ma aumentare l’agevolazione, nel 2023, a 1.000 euro.
Passiamo ai premi di produttività. Al momento, secondo quanto comunicato dall’Agenzia delle Entrate, la tassazione sulla cedolare secca ammonta al 10%. Fino a 3.000 euro annui e per i redditi che toccano massimo 80.000 euro. Il premio scatterà per tutti i lavoratori che porteranno una crescita. In caso di conversione in welfare, non ci saranno tasse. L’idea dell’esecutivo è di dimezzare la percentuale di tassazione. Portandola al 5%. Tale misura potrebbe costare circa 300 milioni di euro.
Un’altra misura di prioritaria importanza riguarda il cuneo fiscale. Al momento, però, l’idea è di lasciare il 2%. Il Presidente del Consiglio ha parlato di un intervento graduale così ad arrivare ad una riduzione di almeno 5 punti. Nel caso si procedesse, ci potrebbe essere un grande alleggerimento per i datori di lavoro. Aspetto che permetterebbe di aumentare gli stipendi.