Lo smart working è una grande novità nel mondo del lavoro, ma l’azienda può decidere il luogo di lavoro? Una domanda che si fanno coloro che voglio sapere se il datore di lavoro può dare dei limiti: ecco che cosa c’è da sapere.
Le nuove sfide globali costringono le aziende a trasformarsi. Modificare la sua struttura, i suoi processi, i suoi team e i propri spazi per ottenere un sistema di lavoro più agile e flessibile. Capace di rispondere ai nuovi tempi, sfruttando le opportunità che la tecnologia offre e valorizzando la creatività e il benessere del team. Un cambiamento velocizzato con l’arrivo del lockdown.
Da ormai mesi si è ‘normalizzato’ lo smart working. Si tratta di un nuovo modo di affrontare il lavoro che abbandona, in qualche modo, quelle rigidità e quegli schemi predeterminati per concentrarsi su ciò che è rilevante: idee, progetti e persone. Si tratta di un nuovo metodo che privilegia la flessibilità in nome della creatività e del benessere.
La definizione di questo nuovo lavoro è contenuta nella Legge 22 maggio 2017 numero 81. Con questa è stato lanciato il lavoro agile. Ma il boom c’è stato durante il lockdown, dove in molti sono stati costretti a lavorare a distanza. Una pratica che poi è continuata anche dopo e che spinge molte aziende a far lavorare i propri dipendenti a casa. Ma qual è il potere dell’azienda?
Smart working, luogo di lavoro: ci sono i limiti?
Lo smart working, che ha un consumo sull’energia elettrica, si concentra su quattro concetti che assumono una nuova dimensione: spazio, tempo, tecnologia e persone. In molti hanno la possibilità di lavorare in smart working e possono farlo in diversi luoghi. La legge sopra citata specifica che ci deve essere un accordo per quanto riguarda il luogo di lavoro tra il datore di lavoro e il dipendente.
Parliamo di un accordo che è simile al contratto di assunzione e che viene formato da un colloquio tra l’azienda ed lavoratore. Si tratta di accordi per quanto riguarda diversi aspetti. Vengono anche messi sul piatto anche gli strumenti di lavoro, i tempi di riposo, le modalità e le forme di controllo per quanto riguarda la prestazione lavorativa. Poi ancora le forme e le modalità dei diritti sindacali e come esercitarla.
Per quanto riguarda i luoghi c’è un accordo individuale. La legge spiega che tra il dipendente e l’azienda bisogna fissare la durata dell’accordo, che può essere determinato o indeterminato. Così come l’alternanza tra i periodi di lavoro esterni e interni all’azienda. È nell’accordo che vengono inseriti dei luoghi esclusi, eventualmente, per lo svolgimento del lavoro.
Ad esempio, l’azienda può limitare il lavoro alla residenza o domicilio del lavoratore. Oppure in qualsiasi altro posto privato che deve essere preventivato comunicato dal lavoratore al datore di lavoro. Si possono scegliere sia posti pubblici che privati, ma anche luoghi aperti al pubblico.