L’INPS ha ridotto l’importo dell’assegno unico per i figli a carico. Tanti genitori, nel mese di ottobre, hanno subito la riduzione. Vediamo insieme i motivi di questa decisione e chi ha colpito.
Ci sono tante misure che l’INPS fornisce ai cittadini italiani. In certi casi, però, una sua decisione può portare ad un malcontento diffuso. Questo è il sentimento che pervade l’animo di tanti genitori dopo la riduzione dell’assegno unico per i figli a carico. Riduzione avvenuta nel mese di ottobre.
Quando si verifica un’inaspettata riduzione, il malcontento non può che essere alto. Tantissimi genitori, infatti, hanno mostrato tale aspetto tramite tantissime segnalazioni che sono state raccolte dall’associazione di volontariato “Una Buona Idea“. Tale associazione si occupa sia delle famiglie che di vedove e orfani.
Nonostante le segnalazioni, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha tagliato l’importo a tante famiglie formate da un genitore. Per l’INPS, queste famiglie non avrebbero rispettato il criterio per ricevere l’aumento secondo il decreto legislativo. Cosa che ha spinto l’ente a calare l’importo per il mese di ottobre. Vediamo, quindi, perché l’INPS sta riducendo l’assegno.
Assegno unico per i figli a carico ridotto dall’INPS: le motivazioni e la protesta
Svolgere il ruolo di unico genitore non è affatto semplice. Ci sono tantissime difficoltà e avere un assegno mensile non può che aiutare. Cira 1 milioni di famiglie monogenitoriali, però, hanno visto nel mese di ottobre una riduzione sull’assegno di 54 euro. La motivazione del taglio non è stata comunicata alle persone interessate.
Seguendo l’articolo 4, comma 8. decreto legislativo 230/2021, la maggiorazione, in cui entrambi abbiano un reddito da lavoro, per ogni figlio minore. Si parla di 30 euro con ISEE di massimo 15.000 euro. Questa misura si riduce fino ad arrivare alla sua estinzione se l’ISEE va oltre i 40.000 euro. Questo importo, qualche mese fa, è stato riconosciuto anche ai genitori singoli. Per l’INPS, però, la maggiorazione non è dovuta perché la misura si collega alle famiglie dove entrambi lavorano. Tale motivo sta portando l’ente a recuperare gli importi che non dovrebbero essere concessi.
Come anticipato in precedenza, molti genitori hanno mostrato il loro malcontento. Tantissime sono state le segnalazioni sottolineando di essere stati trattati come persone di serie B. Tanti hanno annunciato di rivolgersi al proprio avvocato. Altri, invece, hanno sottolineato come a gennaio si riferisse ad un unico genitore. Frase poi corretta dall’ente poco tempo dopo. L’errore, secondo i genitori, è dovuto anche alla poca chiarezza dell’INPS.
Al momento, quindi, l’ente procede al recupero delle cifre che non spettano. In attesa di un decreto che allarghi la platea, questi genitori non possono fare molto. Anche in questo caso, la palla passa al governo Meloni che dovrà aprire le porta dell’assegno unico per figli a carico anche a loro. In attesa di eventuali cambiamenti, gli importi cambieranno anche nel 2023.