Il governo Meloni è sceso in campo fortemente contro le misure di assistenzialismo come NASPI e reddito di cittadinanza. Anche la NASPI subirà un cambiamento? Ecco i dettagli.
Fin dalla campagna elettorale, la politica di centro destra si è mostrata sempre contro alle misure di assistenzialismo. Ora che è partito al governo ci potrebbero essere novità in merito. Novità che, però, non potranno essere certo positive per i tanti disoccupati italiani.
Paragonare NASPI al reddito di cittadinanza è abbastanza un azzardo. La prima è collegata all’attività lavorativa che si è svolta di recente. Mentre il reddito si collega alla situazione personale della persona interessata. Ma dopo tanto chiacchierare sul Rdc, ora si palesano alcune ipotesi sulla NASPI. Idee che vedono tutto un solo risultato: riduzione.
Una parte, importante, del programma del nuovo esecutivo si basa proprio su queste misure. A gennaio potrebbe cambiare tutto in merito al reddito di cittadinanza. Ma il cambiamento potrebbe comprendere anche la NASPI. Tale possibilità, come possiamo immaginare, sta creando un certo malcontento. Anche perché la NASPI subentra quando si è perso, in modo involontario, il lavoro. La cifra, poi, varia in base al periodo in cui si è lavorato. Andiamo, quindi, a vedere come potrebbe cambiare anche questa situazione.
NASPI, possibile taglio in vista? Le ipotesi sul tavolo
Il periodo massimo ottenibile per la NASPI è di 2 anni. Ed è proprio sulla durata che il governo Meloni vorrebbe intervenire. Una durata che porta a pensare ai ministri sia eccessivi e porti il disoccupato a non cercare altro lavoro. Nonostante siano diverse, NASPI e Rdc sono misure assistenziali ed entrambe mettono in campo un’erogazione in denaro. Inoltre, devono far parte di attive politiche del lavoro.
I disoccupati, infatti, devono firmare il patto di lavoro. Lo devono fare tramite la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro. Devono, i beneficiari, mostrare che hanno voglia di lavorare, di partecipare a corsi di riqualificazione lavorativa e ad avere una grande disponibilità in tal senso. Per la NASPI, sono 18 mesi di sussidio che sono rinnovabili per lo stesso periodo. Ed è proprio su questo punto che il governo spinge.
Se sul reddito di cittadinanza le idee sono chiare anche se ci sono vari ostacoli per Giorgia Meloni. Sulla NASPI si cercherà di ridurre la durata. Non più 18 mesi rinnovabili ma 36 per tutta la propria vita. L’idea dell’esecutivo è concedere prima 18 mesi poi 12 e poi altri 6. Per chi ha lavorato 4 anni consecutivi dai 24 mesi di NASPI si passerà a circa 12 mesi. Anche l’erogazione subirebbe un cambiamento. Dalla metà delle settimane di lavoro si andrebbe a liquidare il 30% delle settimane in cui si è lavorato. Sempre prendendo in considerazione il periodo di 4 anni. Da come vediamo, ci potrebbe essere un taglio netto. Da vedere se effettivamente ci sarà o le altre forze politiche faranno muro.