Il reddito di cittadinanza è al centro di tantissime discussioni. Al momento, la misura è ancora attiva e salda. Ma la mancanza di comunicazioni potrebbe portare alla revoca. Ecco quali sono i dati da non dimenticare.
La comunicazione tra cittadino e amministrazione è fondamentale. Per avere accesso alle misure, i dati forniti non solo devono essere veritieri ma anche aggiornati, quando lo si richiede. In caso non ci fossero nuove comunicazioni, allora l’ente di riferimento sarebbe costretto a prendere decisione severe. Come nel caso della revoca del reddito di cittadinanza.
Il reddito di cittadinanza è, oggi, al centro di tantissime discussioni. Il nuovo governo vuole abolire la misura messa in campo dal Movimento 5 Stelle ma tale discorso è stato rimandato. Al momento, quindi, la misura continua ad essere erogata ai percettori che hanno garantito i loro dati all’amministrazione di riferimento.
In questa situazione di forte incertezza, un consiglio è quello di fare la domanda entro la fine di quest’anno. Nel 2023, le cose potrebbero cambiare e la richiesta potrebbe essere negata. Prima di pensare al prossimo anno, però, bisogna fare attenti a fare le dovute comunicazioni. Non farlo porta alla revoca del sussidio. Vediamo insieme cosa comunicare.
Revoca reddito di cittadinanza, occhio alle comunicazioni: tutto quello da non dimenticare
La comunicazione tra cittadini e amministrazione deve essere lineare, trasparente e precisa. La revoca, in questo caso, scatta nel momento in cui ci sono dati che sono reticenti o falso. uno dei dati che, se modificati, devono essere segnalati riguardano il reddito. A tal proposito, la Cassazione ha di recente revocato il reddito di cittadinanza perché non aveva comunicato la sua nuova situazione reddituale.
Un altro caso dove è intervenuta sempre la Cassazione riguarda una donna che ha avuto accesso alla misura tramite informazioni false. La donna non aveva comunicato all’INPS che all’interno del suo nucleo ci fosse il marito e suo figlio. Con l’uomo sono separati solo di fatto. Mentre il figlio era nell’abitazione a seguito di misure cautelari.
queste due sentenze fanno capire che fornire informazioni parziali o false può essere altamente controproducente. Inevitabilmente, le autorità passano alla revoca del sussidio. In aggiunta, il Decreto Legge 4 del 2019 parla di come queste comunicazioni fasulle possono essere considerate dei reati. Si parla di truffa ai danni dello Stato, reato che viene segnalato dal codice penale. Per questo motivo, cerchiamo di evitare qualsiasi situazione di questo tipo. Forniamo i dati in maniera giusta e corretta. Così da ricevere il sussidio senza poi subire non solo la revoca ma anche altri problemi.
La misura messa in atto qualche anno fa ha permesso a tante persone di avere un degno supporto. Con il nuovo scenario politico, però, alcuni cittadini dovranno restituire il reddito di cittadinanza. Alcune situazione fanno capire quando.