Le patatine fritte in busta sono uno dei prodotti più amati e gustati in generali. La loro genesi ci riporta indietro nel tempo, alla metà dell’Ottocento. Ecco come sono nate.
Il mercato alimentare ci concede moltissimi prodotti da gustare. Tra quelli naturali, fatti in casa e creati in fabbrica, la scelta è davvero ampia. Di certo, però, lo snack rapido e gusto per antonomasia è rappresentato dalle patatine fritte in busta. Questo prodotto permette di solleticare l’appetito in maniera davvero facile e veloce.
Le patatine fritte in busta sul mercato sono davvero tantissime. Troviamo le sottili, quelle classiche, quelle con aromi particolari e molto altro ancora. Un settore che ha sempre preso più piede e si è imposto in maniera davvero interessante. Come sono interessanti le sue origini. Anche la genesi di questo prodotto è decisamente importante.
Ogni inizio che porta poi a qualcosa di importante attira curiosità. Soprattutto se si viaggia indietro nel tempo e si toccano epoche che abbiamo visto solo tramite i libri di storia. In questo caso, dobbiamo tornare al 1853. Quando, secondo quanto riportato da Focus, l’invenzione fu George Crum, un cuoco del ristorante Lake House di Saratoga Spring, a New York. Vediamo insieme nei dettagli.
Come sono nate le patatine fritte in busta? La versione più nota
La storia più nota attorno alla genesi delle patatine fritte ci riporta nel 1853 a New York. In quella occasione, lo chef George Crum vide il suo piatto di patatine fritte essere rifiutato da un cliente. La motivazione fu che il prodotto si presentava troppo grande.
Alla motivazione, lo chef decide di fare una sorta di rispetto. Taglio le patate in maniera ancora più sottoli. Una grande che rendeva alcune completamente trasparenti. Dopo averle fritte, mise tantissimo sale con la convinzione che sarebbero state immangiabili.
La situazione, però, andò in maniera completamente diversa. La loro croccantezza convinsero il cliente che apprezzò decisamente il tutto. Non solo il cliente fu pervaso da una grande soddisfazione ma ci fu un grande passaparola. Iniziarono a fioccare le richieste. Tale prodotto, però, non era molto simile a quello che troviamo in busta. A quel punto, Crum venne segnato da un’altra idea: nel suo ristorante mise un cestino di patate fritte su ogni tavolo.
Per arrivare al prodotto che conosciamo noi, secondo quanto riferito da Focus, dobbiamo risalire al 1926. A quell’epoca, Laura Scudder diffuse l’idea di vendere le patatine fritte in sacchetti di carta cerata. Prima questo prodotto era venduto in lattine oppure in confezioni di vetro. La carta, secondo l’imprenditrice americana, riusciva a garantire freschezza e croccantezza nel lungo periodo. Da quel momento, grazie anche all’imballaggio composto da cellophane, prese vita un prodotto che ora è amato da tutti.