Le pensioni sarà sicuramente uno dei temi più importanti del prossimo governo. Al momento, ci sono ben 4 idee sul tavolo che potrebbero cambiare alcune situazioni. Vediamo insieme nel dettagli gli scenari.
Il nuovo governo di centrodestra pare stia prendendo sempre più forma. La classe politica uscita vincitrice dalle scorse elezioni ha messo in mostra alcune idee sui cambiamenti in questo ambito. Al momento, ci sono 4 serie ipotesi sul tavolo che, con ogni probabilità, verranno sviluppate il prima possibile.
Le pensioni sono un fortissimo argomento di discussione. Soprattutto le condizioni di uscita dal mondo del lavoro fanno decisamente discutere. Proprio per tale ragione, il nuovo governo cercherà di mettere in campo un nuovo scenario. Anche se, ed è giusto ricordarlo, siamo ancora nel campo delle ipotesi.
Le condizioni pensionistiche non sono delle più semplici. Qualche giorno fa si è parlato anche di un aumento per la fine dell’anno. Ma anche in quella circostanza c’è stata una fortissima delusione. Insomma, la complessità dell’argomento non fa stare tranquilli. Anche perché, come ben sappiamo, le casse dello Stato non rispecchiano una situazione tranquilla e florida. Così come per la formazione del governo, anche per le pensioni si parla di cantiere aperto. Andiamo, quindi, a vedere i possibili scenari.
Pensioni, le 4 idee sul tavolo: da Quota 41 a Opzione uomo
C’è grande attesa per la formazione del nuovo governo. I temi da affrontare sono importantissimi e tutti urgenti. Tra questi c’è quello relativo alle pensioni. Le 4 idee messo sul campo, come riportato da Il Sole 24 Ore, sono: Età anagrafica per Quota 41; uscita a 62 anni pi 35 anni di contributi con penalità; opzione uomo con 61/62 anni; Ape-opzione donna con aggiunta di flessibilità.
Quota 41, con pensionamento con 41 anni di contributi al di là dell’età è un’idea che trova il favore di Lega e sindacati. Questo scenario, però, ha dei costi importanti. Secondo le stime dell’INPS si parla di circa 4 miliardi al primo anno per arrivare a toccarne 10. Per questo, il centrodestra valuta l’ipotesi di Quota 41 ma lega all’età. Tale ipotesi, però, non trova favorevole la Lega.
Il secondo scenario ci conduce alla flessibilità, idea di Fratelli d’Italia. Si tratta di poter dare il via libera all’uscita con minimo 62 anni e 35 di contributi. In questo caso, però, ci sarebbe una sorta di penalità sul cedolino fino ai 66 anni. Si parla dell’8% con conseguenti “premi” dopo quella soglia. La proposta, ancora in essere, è stata presentata da Walter Rizzetto durante il passato governo.
Il centrodestra non può solo ad allungare i termini di Opzione donna ma anche a solidificare la struttura. Per questo si sta valutando seriamente di legare la misura anche gli uomini. Nel caso di semaforo verde, i termini per gli uomini sarebbero di 61 o 62 anni.
Infine, per evitare la Legge Fornero il prossimo anno, il governo può pensare ad una soluzione su due fasi. In prima battuta, si prolungherebbe Opzione donna e Ape sociale. Successivamente, dopo una discussione interna, ci sarebbe un decreto dedicato per dare vita a criteri di flessibilità. Queste partirebbero da aprile o luglio del prossimo anno.