Vaccino, la versione spray nasale funziona? La risposta non è scontata

I ricercatori sono alla ricerca di una versione del vaccino anti-covid definitivo. Molti speravano nella versione spray nasale. Ecco cosa dicono i primi test.

I vari problemi hanno messo da parte la problematica causa dal Covid. Le varianti sono ancora presente e proprio nelle ultime settimane hanno segnalato alti numeri. Per tale ragione, la scienza è in continuo fermento per dare vita ad un vaccino che metta tutti al riparo.

Vaccino
Fonte foto: Adobe Stock

Le ultime evoluzioni in merito hanno messo in luce una versione spray nasale. Come avviene in questi casi, ci sono stati dei primi test in merito. Questi hanno dato dei risultati non proprio soddisfacenti. Cosa che ha sorpreso i vari ricercatori di questo vaccino.

Come ben sappiamo, tutte le versioni di vaccino non servono ad evitare il contagio ma a prevenire la forma più grave della malattia, il ricovero e la morte. Il suo non bloccare il contagio dall’inizio, ha dato grande spazio alle versioni intranasali. Queste sono più facili da somministrare e possono essere eseguiti anche da personale non specializzato. Come detto, però, i primi test hanno mostrato una certa inefficacia nell’uomo. Cosa che ha portato a vedere le dosi e la formulazione. Vediamo quali sono i problemi di questo vaccino.

Vaccino spray nasale, i risultati deludono: ecco perché

Il vaccino di Oxford-AstraZeneca, come riportato da Focus, è stato analizzato dagli studiosi dell’Oxford’s Jenner Istitute. I ricercatori hanno cercato di capire l’efficacia di tale vaccino. Lo hanno fatto una circa 30 persone che non si erano vaccinati e 12 che hanno ricevuto la dose come booster. Il trial non ha visto la comparsa di effetti collaterali.

Sulla rivista scientifica eBioMedicine, come riporta Focus, i ricercato hanno scritto che la risposta immunitaria al vaccino spray è stata debole, insufficiente e inconsistente. I risultati al primi test, dunque, è ampiamente sotto la soglia prefissata. Con questa formazione, il vaccino spray nasale non può essere in alcun modo utile. Quindi serve un cambio di direzione sulla formula o sul modo di somministrare.

Il team che ha eseguito i test ha misurato gli anticorpi nel tratto respiratorio e nella circolazione del sangue. Un singolo atto del vaccino ha avuto una bassa efficacia nella produzione degli anticorpi. Dopo due spruzzi alcuni volontari presentava anticorpi al livello mucosali. Il livello, però, era di poco superiore a quello che mette in atto un’infezione al virus. Per quanto riguarda quelli sistemici, sono apparsi dopo un mese e in pochi individui. La quantità era decisamente al di sotto rispetto a quella che il vaccino solito concede.

Cosa non ha funzionato?

Come sottolinea Focus, un problema che ha dato alla luce bassi risultati può derivare dal fatto che alcune goccioline finiscano in bocca e, di riflesso, nello stomaco. Proprio per questo motivo, vanno fatte dovute analisi sulla formula oppure sul dosaggio. Un’altra strada potrebbe essere cambiare gli strumenti di somministrazione. Così da farlo arrivare più in profondità delle vie respiratorie. Insomma, la strada da seguire è stata tracciata e vedremo se ci saranno sviluppi a riguardo.

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