Le pensioni sotto una certa soglia aumenteranno del due per cento dal primo ottobre grazie alle misure contenute nel decreto aiuti bis.
Un provvedimento inevitabile, messo in atto dal Governo uscente, per far fronte ad una crisi economica che non è esagerato definire epocale. Una rivalutazione delle pensioni avviene solitamente in Italia all’inizio di ogni anno solare, ma il processo è stato anticipato di tre mesi per combattere la crisi causata dal mutato costo della vita.
La crisi economica indotta dalla pandemia, esacerbata dalla guerra della Russia contro l’Ucraina, ha spinto il governo uscente a prendere misure urgenti già in primavera per estendere gli sconti sulla bolletta energetica e prolungare la scadenza per richiedere il super bonus 110%. Ma soprattutto l’obiettivo primario era tutelare i soggetti economicamente fragili, in primo luogo i pensionati.
Poiché l’inflazione ha raggiunto l’8 per cento in Italia a giugno, il picco dei prezzi più grave che il paese abbia registrato dal 1986, il governo ha riconosciuto la necessità di adottare ulteriori misure per limitare l’impatto della crisi del costo della vita.
Ottobre 2022, come cambiano gli importi
L’aumento interessa in particolare i pensionati con reddito fino a 35.000 euro annui, in attesa di capire se ci saranno mutamenti più ampi a partire dal 2023: i pensionati con redditi più alti riceveranno un aumento dello 0,2 per cento dal mese di novembre. L’uscente Governo Draghi, prima di porre fine per sempre al suo mandato, ha approvato “un altro provvedimento di sostegno alle famiglie, di tutela, soprattutto per le famiglie più vulnerabili, e di aiuto alle imprese”: una vera e propria misura “di proporzioni straordinarie”.
Così il presidente del Consiglio uscente Mario Draghi si era espresso in conferenza stampa dopo il via libera al decreto Aiuti bis. Provvedimenti che “si aggiungono a quelli di oltre 35 miliardi che abbiamo fatto in quest’anno per mitigare gli effetti degli aumenti. Il totale della misura approvata oggi è di 15 miliardi, più altre due misure aggiuntive. Quindi 17 miliardi che vanno aggiunti ai 35”. Così si era espresso Mario Draghi.
Per contrastare gli effetti negativi dell’inflazione per l’anno 2022 e sostenere il potere d’acquisto delle prestazioni pensionistiche, eccezionalmente è anticipato al 1 ottobre 2022 l’adeguamento per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2021. Il costo della misura è stimato in 2,4 miliardi di euro (2,381 milioni).
L’articolo dal nome “Anticipo rivalutazione pensioni all’ultimo trimestre 2022” prevede che il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2022 sia anticipato, per una quota pari a due punti percentuali, a decorrere dal 1 ottobre 2022, con relativi riconoscimenti anche al tredicesimo mese.
Una eredità importante lasciata dal Governo Draghi, non c’è dubbio, al Paese, di cui la nuova coalizione dovrà, gioco forza, tenere conto, nonostante quella mancata fiducia verso l’ex numero uno della Bce che di fatto ha portato alla crisi politica e alle nuove elezioni dello scorso 25 settembre.