Il caro bollette inevitabilmente incide sulla spesa degli italiani. Ma a che cosa si è costretti a rinunciare? I dettagli
Il caro bollette è sicuramente uno degli argomenti più caldi di questo periodo. D’altronde il complicarsi della guerra in Ucraina non può non avere delle conseguenze dirette o indirette. Mentre si susseguono consigli e trucchi su come risparmiare, tutto ciò non può non influenzare la spesa degli italiani. Questi ultimi inevitabilmente si trovano costretti a fare delle rinunce, alcune anche molto importanti e non di poco conto.
Cercare di spendere il meno possibile, quando si va al supermercato per acquistare beni di prima necessità e non solo, è un qualcosa che ormai cercano di fare di tutti, indipendentemente dalla situazione economica. Al di là di ciò però molti prodotti stanno via via sparendo dal carrello per problematica a livello produttivo. Ma che cosa sta davvero succedendo? Giusto entrare nello specifico e nel dettaglio della questione.
Un grande problematica pare essersi creata per il mondo del latte e di conseguenza dei formaggi. A spiegare il tutto e a lanciare l’allarme è stato Roberto Gelfi, presidente della sezione lattiero-casearia di Confagricoltura Emilia Romagna. Queste le sue parole, che non possono certo passare inosservato e lasciare indifferenti: “Si rischia di non produrre i quantitativi di latte richiesti e che sono necessari per la trasformazione in formaggio Parmigiano Reggiano. Visto l’aumento dei prezzi, l’allevatore potrebbe decidere di ridurre il numero di capi e di conseguenza la produzione complessiva di latte. Molte aziende zootecniche non possiedono abbastanza liquidità per sostenere tutti questi aumenti e quindi la decisione potrebbe essere quella di vendere subito parte del latte crudo sul mercato spot, destinandolo ad altri usi alimentari e non alla trasformazione in Parmigiano Reggiano”.
Dunque il rischio appare davvero molto elevato. D’altronde le spese per l’elettricità sono addirittura triplicate. Parlando di numeri e di cifre, tali spese sono passate da 24 a 76 euro al mese per ogni capo già nel periodo 2021-2022. La sensazione è che il tutto possa addirittura crescere ancor di più. Invece per quel riguarda il gasolio agricolo, c’è stato un aumento da 15 a 35 euro a capo e l’erba medica per l’alimentazione del bestiame è passata da 56 a 96 euro. Insomma, la situazione appare davvero molto complicata per un settore che è alla base del nostro sistema alimentare e produttivo. Difficile al momento trovare una soluzione e pensare come si possa risolvere il tutto. Non resta che attendere che cosa accadrà nelle prossime settimane.
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