Campagna elettorale conclusa, è tempo di recarsi alle urne per esprimere la propria preferenza e scegliere la nuova coalizione di Governo. Ma cosa rischia un cittadino che, in modo continuativo, si astiene dal voto?
L’instabilità politica, come un pericoloso micromondo nel pieno di una crisi economica globale, contribuisce a creare un clima di sfiducia nel cittadino, che si traduce in un massiccio rischio di astensione al voto.
La si avverte moltissimo nei Referendum, di meno ma in modo comunque “importante” quando c’è da rinnovare il Parlamento, come dovrà accadere questo 25 settembre. La domanda è lecita: quanti italiani non si recheranno alle urne?
La “saga” delle promesse mancate, accanto ai privilegi di una politica che spesso appare, agli occhi dei cittadini lavoratori, fin troppo avulsa dalla difficile situazione economico-sociale che coinvolge “i comuni mortali”, contribuisce a diminuire drasticamente l’appeal degli esponenti politici agli occhi della collettività, quella che fa fatica ad arrivare a fine mese e non vuole più ascoltare parole a vuoto, oppure è stanca di controproducenti pacche sulle spalle che spesso assumono il sapore amarissimo della beffa.
C’è un misto di apatia e ansia per le strade di Roma mentre si avvicinano le elezioni politiche di questo fine settimana.
Mentre il paese lotta a viso aperto con la crisi energetica e l’aumento dell’inflazione, molti hanno perso fiducia nei loro politici.
“Non ho aspettative. Mi sento senza speranza. Non so per chi posso votare. Tutti promettono qualcosa ma queste promesse non si concretizzano mai. È molto difficile capire a chi dare fiducia”, dice Roberto, un operaio.
Cosa rischio davvero se non mi reco a votare?
Esiste davvero il rischio di perdere diritti politici e civili se non mi reco alle urne per molto tempo? Scongiuriamo qualunque falsa informazione in tal senso: non esiste in Italia alcuna normativa che può permettersi di condannare un cittadino che per, ipotesi, 10 anni consecutivi, non dovesse recarsi alle urne. Solo in alcune condizioni, di palese responsabilità da parte nostra nei confronti dello Stato, questo diritto al voto può essere revocato.
I casi sono i seguenti:
- Dichiarata l’incapacità civile del cittadino, come nel caso di chi, ricoverato in un ospedale psichiatrico, non viene ritenuto in grado di possedere capacità intellettive e cognitive per esprimere il suo voto.
- Pesanti responsabilità penali: chiunque abbia commesso gravi reati o stiano scontando una pena, è sospeso dall’esercizio del voto.