Il Superbonus 110% fa ancora parlare di sé: ma non certo per regalare notizie edificanti, ma ahimè per far divampare ancora una volta il fuoco della polemica. Cosa succederà adesso che le banche hanno posto il veto ai nuovi crediti?
E’ sempre più caos Superbonus 110%: quello che doveva rappresentare, durante la Pandemia, il grande sostegno alle imprese edilizie, tra concessioni di denaro troppo facili e sprechi di risorse fuori dalla norma, si è trasformato in realtà in un vero pasticcio.
Il bonus per le ristrutturazioni edilizie era stato originariamente introdotto a maggio 2020 nell’ambito del ‘Decreto Rilancio’. Fu adottato a seguito della pandemia per sostenere privati e imprese in un settore notoriamente traballante come quello edilizio.
Il progetto, davvero ambizioso, mirava a rilanciare l’economia italiana fornendo incentivi volti a migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Le normative iniziali del progetto, poi costantemente e inspiegabilmente modificate, prevedevano che i proprietari di abitazione possono godere di una detrazione fiscale del 110%. Tutto questo consentiva loro di rinnovare gratuitamente il proprio edificio.
L’Unione Europea aveva addirittura elogiato il programma per promuovere la decarbonizzazione del settore edile. Una piaga che rappresenta circa il 40% del consumo energetico e il 36% delle emissioni di CO2 in Europa.
Superbonus 110%: ecco perché le banche hanno chiuso i rubinetti
Al 31 luglio 2022 sono stati accettati oltre 220.000 progetti di ristrutturazione per un totale di 40 miliardi di euro e sono previsti quasi 44 miliardi di detrazioni. Tutto questo secondo i dati dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA).
Ma qualcosa è andato decisamente storto. Al momento attuale i fondi sono esauriti e soprattutto le principali banche italiane hanno chiuso i loro “rubinetti”. Ad un certo punto non solo quelle che erano le risorse previste fino al 2036 sono andate incredibilmente esaurite, ma le indagini congiunte tra Fisco e Guardia di Finanza hanno rivelato l’eccessiva facilità con cui il denaro è stato concesso.
Fin troppe aziende hanno palesato di avere ricevuto i crediti del Superbonus in modo poco lecito. Adesso saranno in tanti, dopo le dovute indagini, a dover restituire il denaro ricevuto.
Superbonus 110%: il grido d’allarme del mondo edilizio
La chiusura delle maglie, però, con l’esaurimento dei crediti e l’inasprimento penalizza eccessivamente, secondo l’allarme lanciato delle principali associazioni del mondo edilizio, quelle aziende sane. Parliamo di quelle che si erano addirittura premunite di anticipare personalmente le spese dei lavori, certe di ricevere i tanti agognati crediti, mentre ci si deve sempre barcamenare tra nuove norme spesso poco chiare.
La situazione è grave perché, dati Enea alla mano. I 33,3 miliardi stanziati dal governo per il Superbonus 110% dovevano come detto bastare fino al 2036 e invece sono già stati superati lo scorso maggio.
Le richieste hanno infatti superato i 33,7 miliardi raggiunti. Ma, come detto, il problema è causato non solo dall’insufficienza delle risorse, ma anche dai materiali costosi, dai ritardi nei lavori. Senza dimenticare la paralisi del sistema di trasferimento dei crediti d’imposta da parte delle banche. Un quadro davvero cupo.