Tra i tanti temi caldi di questo momento ci sono sicuramente gli stipendi. La busta paga è sempre più bassa rispetto al crescente costo della vita. Questa, però, potrebbe veder arrivare un bonus. Ecco i dettagli.
L’economia, al momento, non vive un periodo positivi. Sono tantissime le problematiche. Si parte dai costi energetici, all’aumento dell’inflazione fino ad arrivare a stipendi che fanno fatica nel confronto con il costo della vita. A questo proposito, molti politici hanno parlato di aumento in busta paga già dal prossimo anno.
Tra le tante urgenze, quella degli stipendi occupa una delle prime posizioni. Secondo i dati Ocse, negli ultimi 40 anni si è avuta una diminuzione del valore dei salari e dei redditi pari al 2,9% in Italia. La crisi energetica non ha fatto altro che accelerare una situazione che era già in progresso. Dall’altra parte, il vero problema è di dare un aumento ai lavoratori ma senza incidere sulla spesa pubblica a debito.
Per alcuni lavoratori si è verificato un aumento dello stipendio ad agosto con arretrati che arriveranno ad ottobre. Questo, però, non basta a risolvere una situazione che si fa sempre più difficile. Un aumento senza che incida sulla spesa pubblica, però, è possibile secondo Alberto Brambilla, presidente Centro Studi e ricerche Itinerari Previdenziali. Vediamo insieme il quadro esposto sul Corriere della Sera.
Stipendi, bonus in busta paga fino a 3.500 euro? Lo scenario
Alberto Brambilla è stato consigliere economico del capo del governo tra il 2018 e il 2020. Lo stesso presidente ha sottolineato di come Draghi abbia tracciato una strada ben precisa per far aumentare gli stipendi. Affinché questo accada senza ritorsioni sulla spesa pubblica, Brambilla sottolinea che bisogna modernizzare i contratti di lavoro, cambiare politica fiscale e contributiva e mettere da parte tutte quelle promesse che non si possono realizzare.
Anche parlare di cuneo fiscale non ha molto senso dato che minimo il 70% dei redditi non sarebbero compresi. Per questo motivo, i sindacati hanno spostato il mirino sulla decontribuzione come lo sgravio contributivo salito al 2%. Questa è una delle soluzioni più utilizzati nell’atto di assumere lavoratori.
Alberto Brambilla, inoltre, fa seri complimenti al governo Draghi per l’articolo 12 della legge numero 115 del 2022. In questo articolo, si è messo in atto un aumento di 600 euro del limite per il datore di lavoro al momento del versamento ai lavoratori a titolo di rimborsi per il pagamento delle bollette. Tale articolo ha un costo per lo Stato pari a zero. Cosa che dimostra che questo incentivo potrebbe anche espandersi al welfare aziendale.
Tale movimento potrebbe vedere la cifra, netta, salire fino a 2.000 euro all’anno. Cosa che aumenterebbe in media, secondo Brambilla, i redditi del 14.7%. A questo discorso andrebbero aggiunti altri 900 euro. Cifra impiegata per l’aumento del bonus trasporti da 60 a 600 euro e poi aumentando il valore del buono pasto elettronico portandolo a 8 euro. Mentre quello cartaceo varrebbe 12 euro. Tali movimenti porterebbero ad un bonus che può arrivare proprio a 3.500 euro ogni anno.
L’unico problema dello scenario proposto da Alberto Brambilla sul Corriere della Sera è che molto inciderebbe sulle aziende. In quanto alcune voci non si sottoporrebbero al rimborso completo di quanto erogato. Anche perché, come ben sappiamo, la crisi ha toccato anche le imprese, soprattutto quelle medie e piccole.