Nuove incredibili ipotesi sono uscite in merito all’Alzheimer. Gli studi dei ricercatori hanno portato alla luce alcune novità interessanti che parlano della possibilità che non si tratti di una malattia del cervello: ecco di che cosa si tratta.
Il morbo di Alzheimer è una malattia degenerativa del cervello che colpisce gravemente alcune funzioni mentali del paziente e interferisce con la sua vita quotidiana. È la forma più comune di demenza tra le persone anziane. Una patologia che ha diverse fasi e per il momento non c’è una cura per chi è colpito. Per questo i ricercatori sono al lavoro.
Con l’avanzare degli anni ci sono una serie di malattie che colpiscono i più anziani. Una delle più conosciute e difficili da gestire è l’Alzheimer. È in pratica una malattia del cervello con cause sconosciute e sembrano essere coinvolti vari fattori: età, ambientali, eredità familiare e genetici. La ricerca di una cura sta diventando sempre più competitiva e controversa.
Proprio di recente è stato pubblicato il nuovo studio che afferma che la patologia potrebbe non essere principalmente una malattia del cervello. Una nuova teoria suggerisce che potrebbe essere una condizione autoimmune. Questo vuol dire che gli accumuli di proteina beta-amiloide non sono la principale causa della malattia.
Alzheimer è una malattia autoimmune: la ricerca
Molte famiglie che hanno in casa una persona malata di Alzheimer hanno diritto all’Ape Sociale. Ma la speranza è sempre quello di trovare una cura che possa far guarire le persone. Alcuni scienziati del Krembil Brain Institute di Toronto hanno recentemente iniziato a considerare la possibilità che il morbo sia una malattia autoimmune.
Le placche amiloidi e i grovigli neurofibrillari associati all’Alzheimer sono presenti in una certa misura anche nei cervelli sani e probabilmente svolgono le funzioni necessarie. E quindi sono considerati ‘normali’. Il nostro sistema immunitario produce anticorpi per liberare il cervello dalle placche quando si degradano e diventano dannose. Inoltre puliscono il cervello dai neuroni distrutti dai grovigli.
Questi ricercatori sospettano che una sovrapproduzione di questi anticorpi possa essere responsabile dell’insorgenza del morbo e possa accelerare il processo della malattia. Una scoperta che potrebbe far svoltare la ricerca, visto che nessun trattamento può fermare la malattia. Solo alcuni farmaci possono aiutare a rallentare la malattia e i suoi sintomi.
Si tratta solamente di uno studio che è stato riportato su Focus e per il momento non è stato ufficialmente riconosciuto. Quello però che c’è di positivo è che gli scienziati ed i ricercatori sono al lavoro per cercare una cura a quella che è definita la “malattia del secolo”.
Le informazioni presenti all’interno dell’articolo hanno l’unico scopo di informare e rendere edotti gli interessati sulla ricerca scientifica che è stata pubblicata all’interno di un magazine specializzato. Pertanto non deve essere sostituito per diagnosticare patologie o fare diagnosi. Per questo è opportuno recarsi dal proprio medico.