Ci sono stati dei cambiamenti per quanto riguarda il congedo parentale. Importanti novità che aiutano ancora di più certi cittadini. Vediamo come presentare domanda all’INPS.
Il periodo attuale è un momento molto delicato. La storia recente sta portando dei cambiamenti da non sottovalutare su alcune misure. Alcuni di questi riguarda quelle persone che devono far coincidere la propria vita lavorativa con quella privata. Il congedo parentale, dunque, ha visto arrivare alcune interessanti novità.
Le ultime novità riguarda la responsabilità e la sua condivisione. Un aspetto che riguarda la cura tra uomini e donne e la parità di genere sia sul lavoro che per quanto riguarda la famiglia. Queste modifiche sono state mette in atto tramite il decreto legislativo numero 105/2022. Novità che riguardano il tema della maternità, della paternità e del congedo parentale.
Questa misura è molto importante e permette ai lavoratori di prendersi un periodo per dedicarsi ai figli nei primi momenti della loro vita. Date le ultime novità, quindi, sempre più persone si chiedono come fare domanda per avere accesso a tale beneficio. In prima battuta, tale misura è legata a lavoratori e lavoratrici anche ex IPSDEMA. Mentre tiene fuori disoccupati o lavoratori sospesi, ma anche quelli domestici oppure genitori che svolgono un ruolo a domicilio.
Congedo parentale, importanti novità: come fare domanda all’INPS?
Il momento della domanda da presentare è sempre molto sentito. Dalla nascita del decreto in poi, il congedo parentale è stato visto sotto un’altra luce. La domanda, dunque, va presentata al datore di lavoro oppure al committente. Dopo aver eseguito la domanda, si dovrà chiarire la posizione tramite una domanda online fatta all’INPS.
Discorso a parte per gli autonomi che rientrano anche loro nel discorso del congedo parentale. Loro possono astenersi e fornire dopo la domanda all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, appena questa sarà possibile.
Il decreto legislativo mette in luce la possibilità di percepire entro il dodicesimo anno del figlio un’indennità per 3 mesi. Questa sarà uguale al 30% della mensilità. In precedenza, invece, si riconosceva il tutto fino al sesto anno del figlio oppure del suo ingresso in famiglia se si parlava di adozione o affidamento.
Questa misura può assumere ancora più valore con un altro periodo indennizzabile di 3 mesi. Questo può essere fruito da entrambi i genitori ma in maniera alternativa. Così da dare la possibilità di un periodo di 9 mesi e non più di 6. Per altri mesi che superino il tempo stabilito, l’indennità al 30% spetta solo se si rispettano alcuni limiti reddituali. Il reddito deve essere sotto 2,5 volte rispetto alla misura minima di pensione a carico dell’assicurazione generale obbligatoria.
Il congedo parentale viene riconosciuto anche ai lavoratori autonomi. In particolare ai padri che lavorano autonomamente. Per loro c’è un diritto a 3 mesi di congedo. Questo è possibile entro l’anno di vita del proprio figlio.