L’aumento smisurato del costo della vita pende come una spada di Damocle sulle teste di quei soggetti più fragili, come i pensionati. Eppure, per alcuni di loro, nonostante le difficoltà del momento, potrebbe esserci l’aumento tanto atteso.
La campagna elettorale volge al termine e tutti gli schieramenti, seppur in forte contrasto su quella che sarà la modalità di gestione della crisi economica in atto, concordano in modo unanime sul fatto che occorrerà un massiccio investimento di denaro (la Lega prospetta 30 milioni di euro) per sostenere gli italiani dal “tornado” dei rincari energetici.
Va anche considerato che la politica non può certo fare miracoli, e si dovrà dare tempo al nuovo schieramento di Governo, qualunque esso sia, per comprendere come agire nel migliore dei modi: in tal senso, sembra improbabile e lontana, almeno per il momento, quella tanto attesa riforma globale delle pensioni di cui si fa tanto parlare, da tempo immemore, ma che non è di fatto mai stata messa in atto.
Pensioni 2023: aumenti in arrivo, ecco di cosa si tratta
Qualcosa di buono, però, è destinato ad accadere, nell’immediato, almeno per quella fetta di pensionati con reddito più basso, in attesa che la classe politica trovi una quadra per rivedere dal principio le regole del pensionamento, nella ferma volontà di non tornare certo allo “spauracchio” della quota 100, e magari di di continuare con una proroga della la quota 102, oppure addirittura tornare, come si vocifera, alla discussa legge Fornero, senza dimenticare le annunciate novità come la pensione per le casalinghe.
A partire da gennaio 2023, a causa dell’inflazione record, le pensioni italiane aumenteranno (leggermente), con assegni che cresceranno, compresa la tredicesima, grazie alle rivalutazioni legate al mutato costo della vita: ci sarà quindi un +0,2% per recuperare l’inflazione dello scorso anno, inoltre ci sarà un +2%, anticipando gennaio, sull’inflazione 2022.
Nessuna rivoluzione, per carità, ma piccoli barlumi di luce per provare a sostenere le fasce più in difficoltà: del resto, le principali testate di economia, informano che solo i pensionati con un reddito medio non superiore a 35.000 euro annui potranno godere di questo privilegio; per la rivalutazione 2023 sono previsti aumenti delle pensioni tra i 10 e i 50 euro al mese. Ci sarà un riadeguamento di 10 e 130 euro in base al valore della pensione.
A novembre i pensionati percepiranno gli arretrati per il periodo dal 1 gennaio al 30 settembre 2022: incrementi netti pari a 54 euro per le pensioni di 2.692 al mese e la metà per chi percepisce un importo di 1.200 euro al mese.