Si ritorna a parlare nuovamente di aumenti dei prezzi. L’allarme spesa riguarda un prodotto di prima necessità. L’avvertimento è stato lanciato da due note aziende. Vediamo cosa sta accadendo.
L’aumento dei prezzi sta coinvolgendo sempre più settori. Dalle bollette di luce e gas si sta arrivando ai prodotti che acquistiamo tutti i giorni. Non prodotti sporadici ma di prima necessità. Per questo motivo, due note aziende hanno lanciato l’allarme sulla spesa. Auspicando un pronto intervento del governo.
La situazione economica e finanziaria di molte famiglie è davvero instabile. Lo scenario, però, è ancora più complessa e non pare, almeno nell’immediato, ci sia una pronta soluzione. Cosa che porta molti prodotti a vedere i propri prezzi aumentare. Naturalmente la preoccupazione non riguarda solo le famiglie ma anche le imprese.
Uno dei settori maggiormente in difficoltà è quello della spesa. Si può risparmiare sulla spesa in base ad alcuni trucchetti ma lo scenario è sempre più intricato. In questa occasione, Granarolo e Lactalis hanno chiesto un aiuto perché il prezzo del latte sta sempre più aumentando. Toccando cifre molto alte che farebbe il male dei consumatori e dei produttori. Vediamo insieme la situazione svelata dalle due aziende.
I continui aumenti sul costo dell’energia hanno avuto un importante impatto anche sulla produzione del latte. Granarolo e Lactalis hanno svelato che il prezzo del latte, come riportato dal dato Nielsen, per il consumatore ha raggiunto gli 1,75/1,80 euro al litro. Un prezzo che, però, potrebbe toccare i 2 euro al litro entro la fine di quest’anno.
L’inflazione, senza inversione di tendenza, potrebbe toccare una percentuale del 200% rispetto all’anno scorso. Con un rischio del 100% per il prossimo anno. Questi sono i dati diffusi da Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo. Dati impressionanti che inciderebbero negativamente sulle aziende di questo settore. Cosa che potrebbe portare anche ad alcune chiusure.
Giovanni Pomella, amministratore delegato di Lactalis Italia ha svelato che l’impatto del costo dell’energia è stato devastante. Nel 2022, a proposito, si è segnalata una percentuale del 220% in più rispetto al 2021. E per il 2023 c’è una stima del 90% in più rispetto a quest’anno. Insomma, Pomella parla di aziende quasi a fine corsa e che non riescono a vedere una via d’uscita. Sono completamente allo stremo.
Tra inflazione e costo dell’energia, la situazione è davvero molto negativa. Proprio per questo motivo, le aziende hanno chiesto al Governo un provvedimento transitorio che permetta di arginare questi aumenti. Aumenti che, secondo alcune imprese, non sarebbero dovuto solo agli scenari geopolitici ma anche a speculazione.
Quindi la richiesta, sia di Granarolo che di Lactalis, è quella di un intervento urgente e tempestivo da parte dell’esecutivo. Senza una mano dallo Stato la questione latte subirà dei peggioramenti che, in alcuni casi, potrebbero portare al fallimento di alcune aziende. Con tanti lavoratori disoccupati.
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