Ogni volta che mangiamo al ristorante paghiamo il ‘coperto’. Per gli italiani è una cosa normale, ma per i turisti potrebbe sembrare una cosa strana. Ma perché dobbiamo dare questa tariffa?
“Paese che vai, usanza che trovi”, questo è uno dei detti più veritieri che ci possano essere. Pensare se un viaggiatore straniero decide di entrare in un ristorante e, alla fine del pasto, gli viene inserito nello scontro 1 o 2 euro in più. Una situazione che potrebbe lasciarli con il punto di domanda visto che è una cosa ‘tutta italiana’. Ma per quale motivo?
Consumare un posta nel propio ristorante preferito o nella pizzeria alla quale si è più affezionati è una delle cose più belle e rilassanti che ci possano essere. Per un italiano trovarsi nel conto del ristorante il coperto non è una novità, ma una cosa assolutamente normale. È una pratica molto comune e l’adottano tutti i locali: da quello stellato alla trattoria che ha una cucina tradizionale.
Le cose cambiano quando un turista si presenta in un ristorane e si trova un addebito di questo tipo. Questo perché il coperto è una tariffa che viene messa solamente nei locali italiani ed è inclusa nel conto. Ma per quale motivo le persone che mangiano al ristorante devono pagare il coperto? Non tutti sanno che questa è una pratica che va avanti da secoli.
Coperto al ristorante: ecco perché si paga
Un po’ tutte le persone si sono chieste qual è il motivo che spinge i ristoratori a far pagare il coperto ai propri clienti. Per prima cosa è bene sottolineare che questa è una pratica comune e che la fanno tutti. La tariffa può cambiare in base alla location, ma comunque viene richiesta da ogni locale della penisola, da Nord a Sud.
L’uso culturale di pagare una tariffa per i servizi che il cliente riceve a tavola durante la cena o il pranzo non è recente. È una pratica che risale al tardo Medioevo. In pratica è un’abitudine che risale molto tempo prima all’entrata in scena dei ristoranti che conosciamo oggi. Ma per quale motivo?
Nell’Europa medievale i viandanti si fermavano nelle varie taverne lungo le strade per rifocillarsi e sostare. A questi veniva chiesta una piccola quota per sostare. Alcuni di loro portavano con sé anche alcuni pranzi al sacco che potevano consumare in questi locali, dove sui tavoli c’erano tovaglioli e cucchiai.
La parola “coperto” invece è arrivata con il Rinascimento. Una definizione che proveniva dalle grandi corti dell’epoca, dove era comune l’abitudine di piegare e sistemare i tovaglioli per ‘coprire’ le posate che erano a tavola. E da qui è emerso il termine. E il compenso era dovuto proprio a questo impegno. Un’usanza che si è mantenuta nel tempo ed è rimasta viva ai giorni nostri.