La mobilità elettrica è il futuro, questo possiamo assumerlo come un dato di fatto. In questa direzione va la decisione del Parlamento Europeo, che ha decretato lo stop della vendita di auto alimentate a benzina o diesel dal 2035.
Se le autovetture elettriche hanno un tasso di adozione che stenta a decollare, ci sono dei veicoli che invece si sono diffusi e continuano a farlo molto rapidamente. Esempi ne sono la bicicletta elettrica, gli scooter, ma soprattutto il monopattino elettrico.
Il nome stesso suggerisce le sue caratteristiche fondamentali. Si tratta infatti di un monopattino azionato da un motore elettrico che ha iniziato a diffondersi intorno al 2010, e oggi è uno dei mezzi che più affollano le città.
Per ovvie ragioni, sia per nome che per forma, è stretto parente del classico monopattino non motorizzato. Quello elettrico è frutto del progresso tecnologico che oggi va ad abbracciare ogni ambito della nostra vita quotidiana.
La nascita e la diffusione dei monopattini elettrici è sicuramente dovuta alla possibilità di montare su questi mezzi dei motori sufficientemente piccoli ma altrettanto potenti da poterne garantire la giusta propulsione. Senza ovviamente trascurare la questione legata alla batteria: i motori elettrici sono alimentati da batterie a ioni di litio, caratterizzate, a parità di dimensioni, da prestazioni migliori rispetto a quelle tradizionali utilizzate in passato.
In Italia sono consentiti solo i monopattini elettrici che abbiano un motore non superiore ai 500 watt di potenza. In realtà, per spostamenti ridotti e quindi per coprire distanze non troppo estese, è sufficiente dotarsi di un monopattino con motore di potenza pari a 300 watt.
La potenza del motore è strettamente correlata alla velocità che consente di raggiungere il velocipedo. Per quanto possa apparire ovvio, maggiore è la potenza del motore maggiore sarà la velocità che si potrà raggiungere. Una cosa da non dimenticare è che la velocità indicata dal produttore non corrisponde con quella effettivamente raggiunta dal monopattino. Se consideriamo il mezzo guidato da una persona di corporatura normale, dobbiamo togliere 5 km/h alla velocità massima raggiungibile indicata dal produttore.
Se il motore fa muovere il monopattino, la batteria fa muovere il motore. Questa banale interdipendenza tra motore e batteria, fa comprendere quanto entrambi siano degli elementi di particolare importanza nella scelta del monopattino elettrico.
La distanza che possiamo percorrere con questo mezzo dipende dalla durata della batteria. La durata di quest’ultima, e quindi l’autonomia del mezzo, può dipendere da svariati fattori, come, ad esempio, il carico del mezzo: maggiore è il carico meno durerà la batteria, perché maggiore è il peso maggiore sarà anche l’energia che verrà consumata nella propulsione. Altri fattori sono la velocità di guida, la guida controvento e le condizioni della strada.
Per muoversi in monopattino non è necessario possederne uno. Nelle grandi città esistono infatti i servizi di mobility sharing, ovvero si può noleggiare e utilizzare un mezzo solo per il tempo strettamente necessario.
Dopo il bike sharing o il car sharing, non poteva certo mancare il monopattino sharing. Il funzionamento è il medesimo degli altri mezzi resi disponibili per il noleggio: per strada, o in appositi parcheggi, sono disponibili mezzi in condivisione. Per poter procedere all’utilizzo, spesso si utilizzano delle apposite app su cui registrarsi e procedere al pagamento relativo all’utilizzo.
In soldoni, il monopattino sharing è come avere un monopattino a portata di smartphone. Sei per caso in ritardo? Basta prendere l’app, trovare un monopattino a te vicino, montarci su ed ecco che le distanze si sono subito abbreviate.
Questa idea del mezzo facile da trovare e comodo da utilizzare mediante la tecnologia, rientra all’interno del concetto di smart mobility. Se vogliamo essere ancora più precisi, parliamo di micromobilità. Proviamo a capire meglio questi concetti.
Per comprendere questi due concetti facciamo un passo indietro e proviamo ad allargare il focus. Smart mobility e micromobilità rientrano all’interno di quella che chiamiamo sharing economy, ovvero “economia della condivisione”.
Siamo di fronte a un nuovo modello economico che predilige la condivisione del bene piuttosto che il suo possesso. La connessione con il monopattino sharing è presto fatta: non compro un monopattino ma ne utilizzo uno in condivisione con altre persone mediante un’app.
Per smart mobility intendiamo la mobilità, all’interno della città, che si serve della tecnologia per essere più efficiente. Nel più ampio concetto di smart mobility troviamo quello di micromobilità, in cui rientrano quegli spostamenti brevi all’interno della città stessa; il monopattino elettrico è il veicolo principe di questo tipo di mobilità.
Se dovessimo pensare alla città più smart d’Italia, il pensiero va subito a Milano, il cui centro molto trafficato, tra auto e mezzi pubblici, non facilita sicuramente la mobilità.
In nostro aiuto può venire il monopattino o più in generale il noleggio di un monopattino a Milano tramite monopattino sharing. Proviamo a immaginare come possiamo muoverci nel capoluogo lombardo con questo mezzo e quali monumenti visitare.
Milano è una città tutta da scoprire, dove la storia e l’odierno melting pot, fondendosi perfettamente, offrono la possibilità di visitarla in tutte le sue sfumature più variopinte.
I monumenti, simboli storici di una città in continuo sviluppo, s’incastonano perfettamente in un contesto metropolitano caratterizzato dal lussureggiante e riposante verde dei parchi cittadini e dai colori e profumi dei quartieri che raccontano di culture lontane, entrate oggi a far parte della nostra quotidianità e delle nostre più piacevoli abitudini.
L’utilizzo del monopattino si contestualizza perfettamente in una città come Milano, non solo per rendere più veloci gli spostamenti, ma soprattutto per offrire ai turisti la possibilità di visitarla prediligendo le vie più tranquille lontano dai percorsi trafficati, scorgendo angoli e peculiarità dell’architettura passata e recente che non sarebbero altrimenti visibili sui più usuali mezzi di trasporto, con la possibilità di vivere una dinamicità alternativa, scandita da frequenti tappe per godere al contempo della storia, della cultura, dell’arte e dei sapori del capoluogo lombardo.
In tutta tranquillità, il turista, estasiato dalla bellezza che saprà scorgere in ogni dove, potrà concedersi tutte le pause necessarie per lasciarsi andare ai piaceri della vista e a quelli del palato.
Partendo da uno dei simboli della città, il meraviglioso Castello Sforzesco, emblema di un fastoso passato, immergendosi poi nella natura del verde Parco Sempione e da lì raggiungere il trionfale Arco della Pace, per giungere infine a Chinatown, quartiere immancabile in tutte le metropoli che si rispettino, dove la cultura e i saporidella Cina donano alla città un fascino tutto orientale da godere a pieno, ecco allora che Milano saprà rivelarsi in tutto il suo splendore.
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