Non tutti sanno che la pensione spetta anche ad una casalinga che non ha versato i contributi all’Inps. Ma come funziona l’assegno? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
La recente riforma in materia pensionistica ha esteso a tutti i lavoratori la modalità di calcolo dei contributi. Prevedendo un adeguamento dell’età pensionabile per l’accesso alla pensione di vecchiaia basato su una maggiore aspettativa di vita e una maggiore flessibilità nell’accesso al pensionamento con la pensione di vecchiaia anticipata. Ma che cosa spetta alle casalinghe che non hanno mai versato i contributi?
Le casalinghe trascorrono il loro tempo a prendersi cura della propria casa e del proprio focolare domestico. Non hanno la responsabilità di portare a casa il reddito per pagare le bollette e quindi, non pagando contributi all’Inps, la strada per prendere un assegno pensionistico è molto complicata perché il nostro sistema non glielo riconosce. Questo nonostante il lavoro è molto pesante.
Purtroppo è bene sottolineare che non esiste la pensione per le casalinga che non hanno mai pagato contributi. Non spetta nemmeno la pensione minima di 500 euro. Tuttavia, ci sono alcuni percorsi che si possono fare per cercare di ottenere un assegno dall’Inps. Andiamo a conoscere tutte le strade da fare per capire come ottenerlo.
Pensione casalinga senza contributi: ecco come ottenerla
Ribadiamo che la pensione per una casalinga senza contributi non è riconosciuta. Non tutti sanno però che le donne che non lavorano e non hanno reddito possono chiedere l’assegno sociale. Questo spetta solo a chi ha determinati requisiti vive una situazione economica di disagio e che quindi rientra in alcuni limiti reddituali ISEE. Dove il reddito preso in considerazione è quello coniugale e non personale.
Quali altre alternative ci sono? Purtroppo non ci sono molti sbocchi per le figure delle casalinghe. Tuttavia, una delle soluzioni più intelligenti ed idonee è quella di iscriversi in tempi congrui al Fondo casalinghe. In questo modo la donna, dopo aver versato almeno 5 anni di contributi. potrà ricevere l’assegno complementare erogato dal Fondo stesso una volta compiuti 57 anni o 65 anni.
Il consiglio che si da in genere in questi casi è quello di cercare di non limitarsi nel versare al Fondo l’importo minimo per coprire la mensilità o l’annualità. Se la persona in causa versa solo 310 euro l’anno, che è l’importo minimo, il Fondo riconoscerà un assegno mensile che ha un importo molto basso. È sempre meglio versare un po’ di più, così da ritrovarsi con un assegno più corposo quando è il momento di chiedere la pensione.