Una fonte di calore, costruita su una energia pulita, che rappresenta una valida alternativa a quel gas di cui oggi ci sentiamo schiavi, e senza esagerazione anche nostro malgrado vittime. Stiamo parlando del boom del pellet.
Nel resto del mondo, così come in Italia, quando la richiesta di una materia prima aumenta a dismisura, quando le aziende trasformano la vendita di un determinato prodotto o delle attrezzature ad esso connesse nel proprio “core business”, è più che naturale che avvenga un fenomeno che gli esperti di economia prevedono con molto anticipo.
Siamo di fronte al raddoppiamento se non alla triplicazione del prezzo di vendita di quella merce. In questo caso di riferiamo al vero e proprio boom del pellet, fonte di calore pulita, per le abitazioni, per le attività commerciali, in grado anche di far risparmiare gli italiani.
Ed è più che naturale che un prodotto che arriva dagli “scarti buoni” del legno, e che nasce quindi anche da un innovativo percorso di recupero, possa non solo far registrare una concorrenza spietata, ma anche un pericoloso “mercato alternativo”.
Ed ecco che veniamo all’argomento di stretta attualità, al cuore di questo articolo, ovvero al triste fenomeno della truffa del pellet, di cui sono state vittime centinaia di italiani negli ultimi tempi.
Bollette in aumento, attenzione al prezzo del Pellet
In piena crisi economica, con i rincari energetici di luce e gas che rendono letteralmente insonni le notti delle nostre famiglie, le offerte di pellet a prezzi bassissimi non possono che attirare ignari acquirenti, attratti dal desiderio e dalla necessità di risparmiare.
Quale possibilità migliore se non quella di spendere di meno e di servirsi di energia pulita per affrontare i rigidi inverni?
Tuttavia la Guardia di Finanza mette in allerta i cittadini. Il rischio, concreto, maturato ahimè in fatti di cronaca, è quello non solo di ritrovarsi ad acquistare materiale scadente e non conforme alle normative, ma soprattutto di ritrovarsi addirittura prodotti tossici.
C’è poi chi subisce un vero e proprio raggiro, come avvenuto ad aprile scorso con la truffa del pellet di Oristano.
In diverse città della Sardegna, ignari compratori hanno visto andare in fumo il denaro e le loro speranze, quando, dopo una lunga attesa, il loro ordine di pellet si è rivelato una tragica fandonia.
Vale in questo caso la severa regola di vita che ci racconta che, inevitabilmente, durante le epoche buie, c’è chi tende sempre ad approfittare dei soggetti vulnerabili.
Di certo, quando un pellet non corrisponde agli standard qualitativi, accade che nella migliore delle ipotesi viene realizzato con materie prime non conformi.
Nella peggiore delle ipotesi si verifica che per risparmiare l’azienda produttrice inserisce materiale non appartenente alla categoria vegetale del legno.
Il pellet migliiore, come noto, viene in genere preparato con gli scarti buoni della lavorazione dei mobili, ad esempio.
Immaginiamo, invece, che a bruciare fosse plastica. Pensiamo a quali conseguenze potrebbe avere tutto questo per la nostra abitazione, la nostra attività commerciale, per la salute dei nostri familiari. Altro che energia pulita per combattere i rincari e difendere l’ambiente.