Lavoro intermittente, a quanto ammonta il guadagno? Scopri se ti conviene

Tra le varie soluzioni per i lavoratori c’è anche quella di un lavoro intermittente. Ma come si calcola la retribuzione per questi lavoratori? Le modalità non possono essere quelle solite. Scopriamo insieme tutti i dettagli.

Le situazioni lavorative non sempre sono quelle che tutti immaginiamo. Il settore è molto vasto e porta i professionisti ad accettare anche un lavoro intermittente. Dal termine capiamo subito che questo tipo di lavoro non è continuativo ma si realizza in alcuni periodi. Cosa che porta a chiedersi quanto si guadagna svolgendo tale attività.

Lavoro intermittente
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Il lavoro intermittente, anche conosciuto come lavoro a chiamata, è segnato dal Decreto legislativo del 15 giugno 2015 numero 81. Il rapporto di lavoro, come possiamo ben immaginare, non è classico. Non ci sono orari stabiliti a prescindere ma si attende la chiamata del soggetto di riferimento. Cosa che porta al trattamento economico solo per il periodo in cui il lavoratore ha effettuato la sua attività.

In questo contesto, però, non rientra il lavoratore che è legato obbligatoriamente alla chiamata. Nello scenario rappresentato, gli viene riconosciuta un’indennità anche per i periodi in cui non ha lavorato. Andiamo, quindi, a vedere ora a quanto ammonta il guadagno per questa tipologia di lavoro.

Come funziona il contratto di lavoro intermittente?

Come detto in precedenza, il Decreto parla di pagamento che avviene solo nei periodi in cui si è lavorato. Ma, ad esempio, seguendo il livello IV del Contratto collettivo Confcommercio, lo stesso ha il diritto di ricevere il medesimo guadagno che viene stabilito per un collega che ha sottoscritto un contratto indeterminato. La paga, poi, dovrà essere modificata in base alla prestazione che si fornirà.

La retribuzione per un lavoratore a chiamata è su base mensile ed è ricevuta in base ad importo orario. Questo sarà moltiplicato in base alle ore in cui si è svolta la prestazione. Inoltre, questi lavoratori hanno diritto alle ferie, permessi, tredicesima e in certi casi anche quattordicesima.

La maggiorazione, all’interno del cedolino, è divisa tra quella per permessi e ferie e quella delle mensilità aggiuntive. Anche in questo caso, si moltiplica la maggiorazione per le ore di lavoro seguite in quel mese. Come possiamo intuire, quanto letto viene trattenuto a seguito dei contributi INPS e trattenute IRPEF. In questo caso, il lavoratore a chiamata ha lo stesso trattamento di un dipendente.

Nel caso in cui il lavoratore dia la sua disponibilità allora ha diritto ad una indennità. Anche in questo caso si basa sulla mensilità dai contratti collettivi. L’importo non deve essere inferiore alla cifra stabilita dal Decreto del Ministro del lavoro. Questa è anche soggetta ai contributi previdenziali per il suo totale effettivo. Infine, questi lavoratori hanno diritto al riconoscimento degli importi sia per lavoro supplementare o straordinario. Sia per le maggiorazioni dovute ad un lavoro svolto di notte o in un giorno festivo.

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