Vacanze gratis, come ottenere il rimborso? Ecco quando si ha la possibilità

In alcune situazione si potrebbero ottenere delle vacanze gratis. Se l’ambiente non ha proprio soddisfatto, il cliente può avere il diritto ad un rimborso spese. Andiamo a vedere di cosa si tratta.

Molti italiani devono ancora andare in vacanza. Le aspettative come avviene ogni estate sono elevate. Ma se queste non dovessero essere rispettate? In alcuni casi il turista potrebbe chiedere un risarcimento all’alloggio. Si tratta di un vero e proprio rimborso spese.

Vacanze gratis
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Come spesso accade, le prenotazioni vengono fatte da casa quindi non si ha la possibilità di vedere cosa ci sarà. Nel caso in cui, però, le aspettative e la conseguente esperienza siano fallimentari allora può arrivare un rimborso. Tale scenario è emerso dalla sentenza del giudice di pace di Milano Alexia Dulcetta. Tale sentenza ha dato ragione ad cittadino milanese che nel 2018 aveva alloggiato in un albergo di Vieste.

Quanto emesso sicuramente farà storia perché permetterà ai vacanzieri di guadagnarsi una vacanza gratis. Anche perché per accedere ad una vacanza si deve mettere in campo sia il tempo che il denaro. Ragion per cui, non si possono regalare illusioni ma si devono mettere in atto delle realtà adeguate al caso. Vediamo, quindi, quando si ha diritto al risarcimento.

Vacanze gratis, la sentenza fa scuola: ecco quando è possibile

Quando si prenota un albergo lo si fa con la consapevolezza che in quel momento sia il luogo ideale. Magari si nota che ha anche una piscina o una palestra al suo interno. Quando, però, si arriva a destinazione ci si accorge che qualcosa non è proprio come rappresentato sul sito. Il risarcimento si innesca quando la struttura non completa i suoi doveri.

Il rimborso, come emesso dalla sentenza, salta fuori se il servizio turistico è diverso da quello prenotato oppure se è di un livello molto basso. Sotto a quanto promesso. Se si è in questi due scenari, come dimostra la sentenza, allora c’è la possibilità di ricorrere ad un rimborso.

La sentenza ha dato ragione ad un turista di 44 anni che nel 2018 prenotò un hotel con palestra e piscina. All’arrivo, però, il cliente vide che la piscina era grande quanto una vasca da bagno mentre la palestra aveva un attrezzo e un tapis roulant. L’uomo aveva anticipato il pagamento che ammontava a 2.250 euro. All’arrivo, però, aveva subito sottolineato la sua voglia di andare via. Dall’altra parte, il titolare aveva detto che tale comportamento avrebbe causato la perdita del denaro. Rimborso possibile solo con nuova prenotazione della sua camera

Il turista, quindi, ha rifiutato la proposta di un risarcimento di 100 euro ed ha intentato causa. Dopo 3 anni, la sentenza ha ordinato il rimborso dei giorni pagati oltre le spese del processo.

Insomma, la richiesta di rimborso può partire solo se quanto prenotato poi non si verifica all’atto pratico. Si devono salvare, quindi, tutte le immagini del luogo prenotato con le varie descrizioni. Una volta arrivati, se ci sono problemi si deve far richiesta di risolversi tramite mail che poi rappresenterà una prova, insieme a video e foto. Si conservi tutte le fatture delle spese così da dimostrare il pagamento in caso di richiesta di risarcimento.

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