Le offerte degli aerei low cost non sempre possono rappresentare un risparmio. Le compagnie, tramite un determinato concetto, portano a far spendere di più i viaggiatori. Ecco come fanno.
Il settore dei viaggi, con il tempo, ha vissuto varie evoluzioni. Negli ultimi anni ha sempre più piede l’ambito degli aerei low cost. Tale settore è fatto perlopiù da giovanissimi che viaggiano per divertimento. Ragion per cui, non hanno molti problemi a non spendere solo per il biglietto in se. Usufruiscono, dunque, anche di alcune spese accessorie. Cosa che permette di far guadagnare alla compagnia di più.
Gli ultimi mesi per i viaggiatori non sono stati molto facili. I problemi che riguardano i viaggi sono stati davvero vari. Non solo per i voli ritardati o cancellati ma anche per il fatto dei bagagli smarriti. Nonostante questo, però, la voglia di viaggiare è elevata e molti scelgono di farlo con compagnie low cost. Compagnie, però, che mettono i atto alcuni trucchi per far spendere di più.
La scelta di aerei low cost è molto praticata. Come detto, però, il settore ha dei problemi. Ma ci sono dei modi per non rischiare di rimanere a terra. Dei piccoli accorgimenti così da evitare spiacevoli risvolti. Questa volta, invece, metteremo in luce dei trucchi che permettono alle compagnie di far pagare di più.
Aerei low cost, i trucchi delle compagnie: disagio calcolato e dolore del pagamento
I costi bassi forniti dalle compagnie low cost possono essere solo di faccia. In certi casi, le stesse ci fanno spendere di più per voli low cost. Questo grazie a due situazioni: la politica del disagio calcolato e il concetto del dolore del pagamento. Due scenari che sono poco conosciuti dai viaggiatori.
La politica del disagio calcolato nata dall’espressione usata da Tim Wu. Quest’ultimo è un professionista nel campo delle regole sulla concorrenza. Il termine usato da Wu va ad indicare le condizioni dell’economy. Il ragionamento che si lega a tale politica è che la compagnia offre appositamente un servizio di basso livello. Così spinge il viaggiatore a pagare servizi che prima erano gratis. Pensiamo alla scelta del posto oppure del bagaglio a mano.
Il concetto di dolore del pagamento, invece, è stato illustrato dalla professoressa Khan. In questo caso, si tratta di due momenti: quello della prenotazione e quello successivo. Secondo la studiosa se il cliente paga in un’unica soluzione allora prova un dolore fisico. Se, invece, la compagnia offre dei servizi che vengono aggiunti successivamente, ad esempio al check-in o dopo molto tempo dal biglietto, allora c’è un’accettazione migliore.
Tale scenario si percepisce come un miglioramento rispetto alla situazione iniziale. Tale meccanismo si mette in atto, secondo la professoressa, perché abbiamo già assorbito la prima spesa. Cosa che non ci porta a considerare la cifra complessiva.