Hai bisogno di un avvocato? Caro ti costa: parcelle e obblighi

Un avvocato può servire in qualsiasi momento. Ma quanto costa affidarsi ad un legale? Nonostante una certa libera sul compenso ci sono dei criteri che sanciscono la cifra finale. Ecco i dettagli.

L’avvocato rientra nella categoria dei liberi professionisti. Tale esperto può aiutarci in tantissime controversi ma molto spesso la sua parcella non è proprio contenuta. Per questo motivo, è adeguato conoscere alcuni parametri che poi portano alla somma finale. Andiamo a vedere insieme quanto costa un avvocato.

Avvocato
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La Legge Bersani datata 2006 ha dato il via al mercato libero. Per questo motivo, l’ordinamento di questo settore ha tracciato una nuova strada. Questa ha poi condotto all’eliminazione delle tariffe personali. Pochi anni dopo, esattamente nel 2012, c’è stata l’introduzione che ha portato i legali ad essere libero di determinare il compenso. Anche se, come detto, ci sono comunque dei parametri da non dimenticare.

Ci sono delle personalità, anche in questo ambito, molto note. Come, ad esempio, il noto avvocato Antonio Ingroia. Anche in quel caso, molti si sono chiesti a quanto ammonti una consulenza da lui. In questo caso, invece, vedremo una panoramica sulle tariffe degli avvocato. Una tariffa che nasce da diversi fattori.

Quanto costa un avvocato? I dettagli delle tariffe aggiornate

Come ben sappiamo, prima di accettare l’incarico si stabilisce la tariffa. Secondo quanto dice la Legge, questo momento è completamente libero. Nel senso che è lo stesso professionista, secondo i suoi calcoli, a esporre la sua parcella. Dall’altra parte, il cliente non è obbligato ad accettarla ma può anche rifiutarla e dirigersi altrove. L’avvocato, però, deve sempre eseguire un preventivo prima che si parta con l’incarico.

Ci sono dei casi, però, in cui il preventivo non viene eseguito. Qui arrivano in nostro soccorso i parametri forensi che concedono la messa in atto di requisiti oggettivi. Grazie a questi, da una parte i clienti non possono essere vittime di soprusi. Mentre i professionisti vedono riconosciuto il lavoro che è stato eseguito. In caso ci si dovesse rifare a tali parametri, sarà il giudice a decidere la cifra finale.

Per i legali, quindi, tutto si lega al decreto numero 55/2014 che va applicato al D.M numero 140/2012 sui parametri. Inoltre, lo scorso maggio è stato depositato in Parlamento uno schema che modifica i parametri forensi. L’aggiornamento si lega alle cifre delle tabelle risalenti al 2014. Inoltre, ci sono anche altre voci come le ore di lavoro.

Come abbiamo visto, non c’è nessuna regola che porti ad una tariffa fissa. Ci sono vari requisiti che portano a sancire una cifra. Pensiamo alla durata del caso, al valore della controversia e alle sue difficoltà. Rientrano in questo discorso anche il numero delle parti in causa e le trasferte verso il tribunale, se questi è distante dalla posizione dell’avvocato.

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