Torna l’emergenza epatite C in Italia. Tante persone sono positive ma non sanno di averlo in quanto risultano asintomatiche. Un fenomeno che non è ancora debellato: ecco come fermarla.
Questa malattia oggi è presente in circa 280mila persone che non sanno di averla. Mentre i malati in stato avanzato sono all’incirca 100mila. È un’infezione da HCV attiva che non a tutti è stata diagnosticata. Si tratta di una patologia che non se ne parla spesso, ma che potrebbe essere non solo curata, ma anche debellata. Andiamo a vederla più nello specifico.
L’epatite C è un’infezione virale che provoca infiammazione del fegato, che a volte porta a gravi danni all’organo. Il virus HCV si diffonde attraverso il sangue contaminato. Fino a poco tempo, il trattamento della malattia richiedeva iniezioni settimanali e farmaci per via orale che molte persone che avevano la patologia non potevano assumere. Questo a causa di altri problemi di salute o effetti collaterali inaccettabili.
Ma adesso le cose sono cambiate radicalmente. Oggi, l’HCV cronico è solitamente curabile con farmaci per via orale assunti ogni giorno per due o sei mesi. Si stima che la percentuale di successo sia del 95%, come si legge su FanPage. Nonostante ciò, l’ultimo rapporto del Sistema epidemiologico integrato delle epatiti virali acute (SEIEVA) ha rilevato che questa malattia è in crescita in Italia.
Epatite C cresce in Italia: pericolo del fattore ‘sommerso’
Purtroppo nel nostro paese ci sono sempre più nuove infezioni, anche se i numeri sono in calo rispetto ad un tempo. Questo perché i protocolli sono diversi ed i rischi sono sempre minori di contrarre il virus durante trasfusioni o interventi. In passato era più facile essere contagiati per svariati motivi, al di là di quelli sanitari.
Molti giovani si contagiavano attraverso i rapporti non protetti, con tatuaggi o piercing, con vari trattamenti di bellezza come manicure e pedicure, e via dicendo. È proprio questo che ha spiegato la dottoressa e responsabile dell’Unità di Epatologia dell’Istituto di di San Giovanni Rotondo in Puglia, Alessandra Mangia.
L’esperta ha spiegato che il pericolo maggiore è dettato dal fattore ‘sommerso’, in pratica quello di individuare le persone positive HCV e cercare di metterle in cura per debellare il virus, altrimenti continua a circolare. Questo è un fenomeno che è un vero e proprio problema perché rende il virus silente.
Per agire contro l’HCV è importante agire attraverso le campagne mirate, ha detto la Mangia. Questo così da tagliare il rischio di contagi ed evitare conseguenze gravi come tumore al fegato, cirrosi, problemi extraepatiche come diabete, malattie cardiovascolari, neuropsichiatriche e renali.
In Italia si contano circa 280mila persone che hanno il virus non diagnosticato di età media 46 anni. Mentre tra i 60 e 70 anni sono le persone che hanno l’HCV in stato avanzato. L’OMS ha come obiettivo quello di tagliare il virus entro il 2030, promuovendo la sensibilizzazione attraverso campagne e facendo dei test alla popolazione.
Le informazioni presenti nell’articolo hanno solo uno scopo divulgativo ed esplicativo e sono ripresi da rapporti su riviste e magazine del settore. Non hanno alcuna intenzione di sostituire un parere medico e specialista, tanto meno di fungere da diagnosi e trattamenti. Per questo è bene rivolgersi agli esperti dell’aere sanitaria.