Potrebbero essere mesi molto duri per l’Italia. Il razionamento del gas può avere delle ripercussioni pesantissime sullo stivale. Alcuni parlano anche di lockdown. Andiamo a vedere di quanto sarà la riduzione dei consumi.
Gli ultimi mesi si sono segnalati vari problemi che stanno preoccupando sempre più. Sono situazione che non solo incidono ora ma lo faranno anche per i prossimi mesi. In merito, si parla di un duro ridimensionamento per quanto riguarda il gas. Un razionamento che si metterà in atto per l’autunno e che potrebbe portare scenari non proprio positivi.
L’Unione Europea ha messo in campo un piano di emergenza che parla di un taglio del 15%. Una percentuale che va bene per alcuni paesi ma, con ogni probabilità, non per l’Italia. Lo stivale, infatti, potrebbe avere non poche difficoltà nella gestione dei razionamenti. Sferrando un altro colpo critico all’economia generale. Inoltre, il prezzo del gas continua a salire in maniera vertiginosa.
La questione del gas, quindi, è molto delicata. Già qualche giorno fa si è paventata l’ipotesi dell’attivazione del piano di emergenza da parte dell’Europa. Ora, invece, si parla di razionamenti per l’autunno e inverno. Vediamo, quindi, quali problemi potrebbe avere l’Italia e a quanto ammonta la possibile riduzione dei consumi.
Gas, piano di emergenza in arrivo? La riduzione possibile dei consumi
Il Consiglio Affari Energia ha dato il suo via libera al piano di emergenza, solo l’Ungheria si è opposta. Una piccola novità rispetto al piano iniziale consiste in una deroga che potrebbe portare il taglio dal 15% al 7%. Tale riduzione si palesa nel caso in cui i Paesi si interconnettano agli altri Stati sotto il 50%. Inoltre la loro capacità deve essere di almeno un 90% rispetto alla mensilità precedente.
La deroga potrà essere chiesta dagli Stati membri solo se avranno raggiunto i loro obiettivi in merito di stoccaggio del gas. Deroga, inoltre, possibile anche con i consumi in aumento. La Commissione valuta anche il tetto al prezzo di questa materia chiesto dall’Italia. Così da arginare l’aumento che si potrebbe avere.
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha svelato che la riduzione sarà del 7%. La previsione, allo stato attuale, non dovrebbe subire smentita. Gli esperti, però, parlando di conseguenze ancora più negative in caso di piccola riduzione.
Alberto Ciò, come riportato da Money, parla di un primo problema che riguarda la difficoltà a prendere una decisione. Essendo in campagna elettorale, nessuno si prenderà la briga della riduzione dei riscaldamenti. Successivamente c’è l’argomento degli stoccaggi. Si è già raggiunto il 70% delle scorte e siamo vicino all’80%. Per questo, la politica italiana vuole evitare un razionamento pesante. Si segnala, inoltre, che c’è ancora la volontà del governo Draghi di essere indipendenti dal gas concesso dalla Russia.
Ma le preoccupazioni non finiscono qui. Andrea Giuricin, in merito, ha sottolineano il rischio buio per l’Italia. Questo si verificherebbe nel caso il taglio riguardasse le imprese che producono energia tramite metano. Il taglio del 15%, per molti, porterebbe ad un lockdown come ai tempi del Covid. Ma, come detto, questo scenario pare evitato.