Le truffe al bancomat sono praticamente all’ordine del giorno. I tentativi dei criminali possono nascondersi in ogni angolo. Questa volta, bisogna fare attenzione a quando si digita il PIN. Ecco perché.
I tentativi di truffa, ormai, possono coinvolgere qualsiasi ambito. Sia nel virtuale che nel reale, le situazioni spiacevoli sono praticamente all’ordine del giorno. Da sottolineare, però, che le truffe allo sportello del bancomat sono scenari ormai tradizionali. I modi, però, nel tempo sono cambiati rendendo sempre più difficile alla vittima di capire che si è al centro di un inganno.
Con il tempo, c’è stata anche una sorta di evoluzione dei criminali. I truffatori, in un certo modo, si sono sempre più specializzati. Tale cambiamento li ha portato a non essere più imprudenti ma a giocare su equilibri molto sottili e che, spesso per loro, risultano vincenti.
Le truffe, quindi, possono innescarsi in qualsiasi modo e in qualsiasi momento. Poche settimane fa si è segnalata una nuova truffa al bancomat. Il tutto avveniva grazie al Covid. Questa volta, invece, l’attenzione è rivolta alla digitazione del PIN. “Passami il tuo PIN!” è il nome di un documento di ricerca che è stato strutturato dalla Security and Privacy Research Group. L’Università di Padova insieme all’ateneo di Delft ha fatto luce proprio su questa situazione.
Truffa al bancomat tramite il PIN, lo studio rileva la scarsa sicurezza: i dettagli
Lo studio si è realizzato dopo aver fatto una copia di un comune bancomat. Gli studiosi hanno istruito alcuni robot su alcuni video in cui si vedevano persone che inserivano il PIN coprendosi la mano durante la digitazione. Questo passaggio è fare di tantissime persone ma lo studio ha rilevato che l’IA ricostruisce il 30% dei codici a 5 cifre e il 41% di quelli a 4 cifre. La ricostruzione avviene in un massimo di tre tentativi.
Quello su cui si sono concentrati i ricercatori riguarda un algoritmo di deep learning in grande di risalire ai codici di sicurezza. Nel momento in cui, l’utente digita il proprio PIN nascondendo la mano. Tale scenario è tutto quello che serve per un criminale che vuole recuperare il PIN della vittima. Il gioco è davvero semplice, basta conoscere la struttura e spaziatura della tastiera dello sportello di riferimento.
L’algoritmo, quindi, va a scoprire cosa si digita sulla tastiera. I ricercatori hanno visto che tale intelligenza artificiale permette di scoprire il PIN con il solo movimento della mano nell’atto di digitazione. In sostanza, se il truffatore conosce a menadito lo sportello di riferimento potrebbe risalire al codice della vittima solo tramite il video. Dunque, neanche uno dei metodi di protezione più antico di sempre ci tiene al sicuro da tentativi del genere. E, con il tempo, fare un prelievo al bancomat diventa sempre più ostico.