Con la caduta del governo, alcuni parlamentari hanno raggiunto la pensione a 65 anni. Ma quali sono le cifre che spettano? Ecco i dettagli.
La situazione politica italiana non è tra le più semplici. Lo scioglimento delle Camere ha portato il Presidente della Repubblica a confermare l’elezioni anticipate. Questa situazione ha permesso ai parlamentari non solo di ricevere la pensione anticipata ma anche un sostanzioso Tfr. Cosa che ha portato sempre più cittadini a chiedersi quale siano le cifre.
Sappiamo bene che quando si parla di pensione ci si lega al calcolo che porta poi alla cifra. La situazione dei contributi, quindi, non può essere uguale per tutti. Ora, però, il vecchio processo dei vitalizzi è stato messo da parte nel 2012. Per chiunque fosse stato eletto dopo quella data, non avrebbe avuto accesso a quel sistema. Un sistema che, ricordiamo, permetteva la pensione con un solo giorno a Montecitorio.
In questo caso, il nuovo sistema permette a chi ha maturato almeno 4 anni e 6 mesi e un giorno della legislatura di ricevere la pensione anticipata a 65 anni. Nel caso specifico, la data che garantisce tale scenario è proprio il 24 settembre. Mentre l’elezioni sono il 25 settembre. Anche se a valere sarebbe stato l’ultimo giorno prima del nuovo Parlamento. E qui la data è il 13 ottobre. Insomma, tutto sarebbe stato maturato in ogni caso. Andiamo, quindi, a vedere i dettagli della pensione anticipata dei parlamentari.
Pensione dei parlamentari, contributi e Tfr: Tutte le cifre
Tale processo toccherà gran parte dei protagonisti politici. A tal proposito, sono 427 su 630 i parlamentari che hanno ricevuto una nuova nomina. Il periodo della scorsa legislatura, 4 anni e mezzo, ha permesso di raggiungere contributi per circa 50 mila euro. Mentre chi ha vissuto legislature precedenti, si fa riferimento ai contributi che sono versati in precedenza. Contributi che riguardano stipendi da senatore e deputato.
In questo caso, la pensione si calcola tramite il contributivo. Quindi la discriminante è quanto si è versato all’INPS o all’Istituto di riferimento. Ovviamente i contributi fanno riferimento alla vita politica e alla vita professionale fuori il Parlamento. Con la fine della legislatura, i parlamentari versano in una quota mensile ad un fondo. Tale quota ammonta, al lordo, a 784,14 euro. Cosa che permette poi di ricevere una sorta di Tfr.
Questo contributo mensile permette poi, con la fine della legislatura, di rientrare dell’80% della somma lorda mensile. Cifra che è registrata per ogni anno di mandato realizzato. In questo preciso caso, come riportato dal sito Money.it, si parla di 37.566 euro lordi. Il versamento da parte dei senatori, invece, ammonta a 695,80 euro, anche in questo caso somma da ritenere a lordo. Cifra che si trasforma, dopo i 4 anni e mezzo di esecutivo, in 37.386 euro sempre al lordo.