Sembrano essere in arrivo delle novità importanti per quel che riguarda la tematica pensioni. Ma che cosa succede? I dettagli
La tematica delle pensioni è sempre stata una delle più delicate e più complesse, perché va a toccare gli interessi e la sensibilità di milioni di persone. D’altronde, soltanto qualche giorno fa, è stato lanciato un vero e proprio allarme per i 40enni. Ma che cosa è successo? L’Inps, che intanto è impegnata nel dare un supporto e un sostegno alle mamme, ha difatti dato vita a una sorta di vera e propria simulazione. Una simulazione che ha preso in esame i soggetti nati fra 1965 e il 1980. E il risultato è stato tutt’altro che positivo per i 40enni.
Per chiarire maggiormente la situazione si può dire che, per questa categoria, ci sarà ovviamente la possibilità di andare in pensione col calcolo contributivo, ma, vista l’attuale situazione lavorativa, il tutto appare a dir poco tutt’altro che vantaggioso. Ma ci potrebbero comunque essere dei motivi per sorridere e per tirare un sospiro di sollievo se si rimane nell’ambito pensionistico. Non resta che entrare nello specifico e nel dettaglio della questione. Perché la curiosità non può non esser tantissima.
Aumento pensioni, buone notizie in arrivo?
Mentre ha fatto parlare e non poco una decisione adottata dalla Cassazione, sembrerebbero esserci buone notizie per coloro che percepiscono pensioni tra 500 e 2.400 euro al mese, perché questi ultimi dovrebbero poter beneficiare di importanti aumenti. Il tutto dovrebbe avvenire a partire dal 2023 per effetto della rivalutazione dei trattamenti pensionistici. Ma a che cosa si lega tutto ciò? Il meccanismo è in realtà molto chiaro e fin troppo semplice.
In primis va senza alcun dubbio detto e sottolineato come la percentuale d’inflazione presa in considerazione nel corso del 2022 sia in realtà dell’1,7%. L’Istat ha però attestato un tasso definitivo per il 2021 pari all’1,9% e dunque più alto. E tutto ciò porta inevitabilmente a qualche cambiamento nel sistema pensionistico. E questo perché, se il suddetto tasso è maggiore rispetto a quello utilizzato in via provvisoria dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, ne consegue un ricalcolo, o meglio in arrotondamento per eccesso. E qual è la principale conseguenza? Il fatto che, proprio per effetto della differenza di calcolo dell’indice, nel 2023 sarà possibile beneficiare di incrementi tra 10 e 50 euro al mese. Insomma, un motivo per sorridere.
Per concludere va affermato che, come in molti avranno già intuito, nel caso in cui l’inflazione aumenti ancora, cosa, numeri e dati alla mano, facilmente pronosticabile, gli incrementi nell’assegno pensionistico potrebbero esser ancor più corposi. Non resta che attendere quello che accadrà in questi mesi che ci porteranno verso un 2023 che potrebbe essere importanti per i pensionati.