L’argomento pensioni è sempre molto caldo. Ora, alcuni cittadini sono in ansia perché si prospetta un terribile ritorno. Ecco i dettagli.
Il tema delle pensioni resta sempre ai vertici dell’agenda politica. Gli ultimi giorni, però, la politica italiana è stata protagonista di un altro scossone. Una crisi di governo che ha spiazzato alcuni esponenti politici e tutti i cittadini. Anche perché non ci sono solo le pensioni da migliorare. Tale crisi è entrata in scena in un momento storico davvero durissimo per molti italiani.
In queste ultime settimane, molti attendevano la riforma delle pensioni. Questa non è arrivata e pare non essere nell’elenco dei temi da trattare nel breve periodo. Cosa che sta mettendo un po’ di agitazione negli italiani. Anche perché, almeno per il momento, le leggi in merito a questo argomento non sono delle migliori.
Nonostante un certo blocco in merito a questo tema, qualcosa si è mosso qualche tempo fa. La quota 41 per pensioni porta degli stravolgimenti sia alle donne che ai lavoratori. Ancora non basta, però, per permettere ai tanti cittadini di vivere una situazione di tranquillità. Visto l’immobilismo, quindi, la prospettiva fa preoccupare tanto. L’ipotesi che nel 2023 ci sia ancora la Legge Fornero è altissimo.
Pensioni, la riforma tarda ad arrivare: lo scenario
Ad oggi, la legge è molto chiara in tema pensioni. Per tutto il 2022 resterà valida quota 100. Questa permette a 67 anni e 38 anni di contributi di raggiungere la pensione. Per il prossimo anno, invece, ci sono tanti dubbi. La politica, in merito alla questione, sta vedendo vari scontri dialettici. Da una parte Matteo Salvini che vorrebbe l’età pensionabile con 41 anni di contributi. Mentre Pasquale Tridico, presidente dell’INPS, che vorrebbe una soluzione divisa in due parti: la prima porta ai 62-63 anni per la quota di assegno erogato con il sistema contributivo. Mentre la seconda porta a 67 a ricevere l’assegno completo.
La spesa pubblica che viene utilizzata per il fondo pensionistico si parla del circa 16% dell’intero PIL nazionale. Un dato allarmante dato che ci pone dietro alla Grecia. Dall’altra parte, però, un altro dato allarmante è dato dal livello di occupazione. Siamo posizionati tra le ultime nazioni. Attualmente solo 23 milioni di persone sono occupate. Dato che si aggiunge anche ad un calo demografico che inizia a preoccupare sempre più.
Il problema principale si lega all’elevato cuneo fiscale. Da una parte Confindustria non è d’accordo con il taglio dei contributi INPS per dare più lavoro. Mentre dall’altra parte alcune aziende vorrebbero pagare meno. Ma il sistema dell’Istituto non concede molti margini.
Per questo motivo, molti stanno riflettendo sulla Legge Fornero. Vedendo la situazione, dunque, non appare così terribile come si pensava. Anche se, sarà compito della politica prendere una decisione: aumentare la spesa per le pensioni oppure mettere in atto una seria manovra sul lavoro. Infine, proprio in merito di cambiamenti, una decisione della Cassazione potrebbe cambiare tutto sulle pensioni.