Sono tanti i lavori in corso da parte del governo in materia di pensioni. Tante e importanti le novità in vista del prossimo anno. Ecco quali sono.
Il momento è particolarmente delicato per molte persone. Il governo sta facendo molto per alleggerire la pressione che si è abbattuta dopo gli ultimi eventi storici. Il tema delle pensioni è un tema sempre molto importante e al centro della politica italiana. Gli scenari possibili sono sempre tanti ma non sempre si realizzano. Soprattutto perché alcuni tasselli non vanno sempre al proprio posto.
In queste ultime settimane si sono intensificate le voci su Quota 41. Questa misura è già da tempo in agenda e permetterebbe un’uscita senza il limite d’età dal lavoro. Ad esempio, oggi questo accade con la pensione anticipata ordinaria. Tale misura porterebbe a tantissime donne e a tantissimi lavoratori uno sconto importante. Per gli uomini, infatti, si passerebbe dai 42 anni e 10 mesi di contributi ai 41.
Anche per le donne vale questo discorso. Loro potrebbero andare in pensione con 41 anni e 10 mesi di contributi. Lo sconto, qui, sarebbe di 10 mesi. Ma esistono due variabili di questa misura: la prima è che la prestazione neutra, senza penalità, con il lavoratore che si vedrebbe recapitare la pensione effettiva. L’alternativa sarebbe il calcolo contributivo. Cosa che riguarderebbe tutti e senza differenze di alcun tipo.
Pensioni, con Quota 41 cambia tutto: gli sconti per le lavoratrici madri
Come molti sapranno, il calcolo retributivo si presta meglio rispetto a quello contributivo. Il primo è legato alle ultime retribuzioni mentre il secondo al montante contributivo. Chi ha versato 18 o più contributi fino al 31 dicembre 1995 ha diritto al retributivo fino al 2012. Chi non ha una carriera così importante ha il vantaggio fino al primo gennaio 1996. La cosa evidente è il primo caso citato viene penalizzato.
Se nel 2023, ci sarà l’ingresso della Quota 41 con l’obbligo del sistema contributivo, i primi vedrebbero un netto taglio alla pensione per i due anni di lavoro mancante. Per le donne la situazione è ancora peggio dato che lo sconto sarebbe solo di 10 mesi. Da 41 anni e 10 mesi si passerebbe solo a 41 anni. Ma per le donne ci potrebbero esserci novità molto positive.
Secondo alcune voci, infatti, ci sarebbe la volontà di alcuni membri della maggioranza di governo per mettere in atto lo sconto verso le lavoratrici madri. In sostanza, tale sconto permettere di mandare prima in pensione le lavoratrici madri. Così da ridurre i 41 anni di contributi con l’incentivo per ogni figlio avuto. In questo caso, per le donne le pensioni sarebbero qualcosa di decisamente reale.
Nelle ultime settimane, qualcosa è cambiato in merito a questo argomento. Una sentenza della Cassazione sulle pensioni potrebbe cambiare tutto. Segno di come su questo tema ci siano aggiornamenti sempre più frequenti.