La scoperta di un gruppo di ricercatori riguarda dei cambiamenti strutturali. Questi si riferiscono all’ambiente che circonda la cellula. Cosa che porta poi a favorire il processo di invecchiamento.
La ricerca contro il cancro è sempre attiva e prosegue senza sosta. In questo caso, un gruppo di ricercatori coordinato da Stefano Piccolo ha portato alla luce un’importante scoperta. Questa riguarda alcuni cambiamenti strutturali che si verificherebbero attorno alle cellule. Tali cambiamenti favoriscono l’invecchiamento.
I processi di invecchiamento possono prendere vita con il decadimento delle strutture di supporto delle cellule. Tale decadimento permette di dare spazio ad alcuni eventi che portano, come detto, all’invecchiamento. Sono tante le molecole che innescano tali processi. Ad avere un importante ruolo sarebbe la proteina YAZ. Tale proteina rileva le variazioni delle caratteristiche meccaniche del contesto. Proprio questo scenario spicca dallo studio pubblicato sulla rivista Nature. Tale scoperta è stata coordinata da Stefano Piccolo del Dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova e di IFOM, Istituto fondazione di oncologia molecolare.
Cancro, i cambiamenti strutturali accelerano l’invecchiamento: i dettagli
Come riportato dal sito airc.it, Stefano Piccolo ha spiegato che tutte le cellule hanno uno specifico compito in un organismo. Altre cellule, invece, danno il loro supporto a livello strutturale. Insieme a loro, però, c’è anche un sistema di proteine strutturali che si trovano dentro la matrice extracellulare. Tale entità si modella continuamente ed è essenziale per mantenere il tessuto in tensione.
Sottolinea Piccolo, però, che tale struttura durante l’invecchiamento tende a degradarsi in maniera progressiva. Il ricercatore sottolinea che tale cambiamento è un segnale di sofferenza per le cellule. Ed è in questo momento che entra in gioco la proteina denominata YAP. Questo perché, i livelli della proteina iniziano a ridursi in questa situazione. Infatti, tra i ruoli svolti c’è quello di protezione della membrana nucleare che custodisce il DNA. Tale struttura, con il calo dei livelli di YAP, inizia a diventare sempre più fragile e, spiega il ricercatore, dai fori può fuoriuscire DNA.
Tale situazione è sicuramente traumatica per la cellula che interpreta come segnale di allarme il ritrovamento del DNA in aree al di fuori del nucleo. Una situazione simile, come svela il ricercatore, all’entrata di un virus nella cellula. A questo punto, la proteina di allarme denominata cGAS-STING innesca una forte infiammazione che accelera i processi di invecchiamento. Si da vita, quindi, allo stato infiammatorio cronico dell’anziano che in gergo è chiamato inflammaging. Tale stato porta ad aumentare il rischio cancro. Infatti, l’invecchiamento è il più importante fattore di rischio.
Questa scoperta, come riporta il sito airc.it, potrebbe permettere di conoscere sostanze che potrebbero interferire con la proteina di allarme. Così da rallentare sia l’infiammazione che i processi di invecchiamento. Questa però ha anche potenziali ricadute nell’ambiente oncologico. Questo perché, l’infiammazione crea i presupposti ideali per la crescita di cloni tumorali.
Le informazioni riportate in questo articolo hanno scopo divulgativo. Fanno parte di studi apparsi su riviste scientifiche. Non devono sostituire in alcun modo la consulenza dallo specialista o dal medico e non sostituiscono diagnosi o piani terapeutici.