L’allarme siccità si fa sempre più pressante. A quanto pare, però, sembra pronta una soluzione. Un piano ideato già da qualche anno. I dettagli.
Tra i tanti problemi di questo periodo, quello della mancanza d’acqua preoccupa davvero moltissimo. L’allarme siccità è sempre più presente nelle nostre vite e, ormai, non si può più far finta di nulla. Sempre più zone del nostro Paese sono state colpite da questo enorme problema. A quanto pare, però, ci potrebbe essere un piano che potrebbe risolvere la situazione. Un piano ideato già da tempo.
Il discorso ambientale si è sempre fatto più frequente nel corso di questi anni. La terra, infatti, sta soffrendo innescando delle conseguenza davvero molto pericolose. L’attuale periodo estivo con temperature altissime lo dimostra. Ma non è solo questo il problema ma anche il fatto che non piova da tempo. Se non sporadici episodi definiti come “bombe d’acqua“. Tali precipitazioni non fanno bene perché con la loro intensità non solo danneggiano le coltivazioni ma non danno spazio al raccoglimento della stessa.
Il problema è ormai presente e sta portando a delle serie riflessioni. La situazione è sempre più critica cosa che sta portando a ragionare sullo Stato di emergenza. A quanto pare, però, sembra ci sia una soluzione pronta da anni. Come riportato dal sito ohga, si tratterebbe del “Piano invasi” o “Piano Laghetti“. Per questo piano, Coldiretti e Anbi Italia sono impegnate dal 2018.
Siccità, la soluzione è il “Piano invasi”: i dettagli
Nel nostro Paese, tale problema è stato accelerato dal fatto che si raccolga solo l’11% dell’acqua piovana. Una percentuale molto bassa e che ha indotto a delle dovute riflessioni. Ai microfoni di ohga, il Capo servizio tecnico di Coldiretti Alessandro Apolito ha spiegato i dettagli del “Piano Laghetti”.
Il Capo servizio tecnico ha spiegato come l’Italia non utilizzi in maniera attiva ben l’89% delle restanti piogge che si abbattono sul paese. A questo problema si aggiunge anche uno di natura economica: Apolito, sempre ad ohga, spiega il fatto che l’acqua per l’agricoltura porti ad una triplicazione della produttività per ettaro.
Dalla mancanza di riserve d’acqua piovana, quindi, nasce il piano invasi. Questo piano garantirebbe due strade: la prima è la garanzia di acqua per i cittadini e per il settore agricolo; la seconda è la volontà di creare un grande progetto di energia rinnovabile e pulita tramite un sistema di pompaggi. Cosa che permetterebbe di produrre anche energia da pompaggio. Al momento, per il piano non ci sono voci confermate di finanziamento del PNRR. Mentre, per le strutture irrigue pare siano previsti 2 miliardi di fondi dell’Unione Europea.
Apolito, continua, svelando che con Anbi hanno trovato già 148 siti. Di questi, la prevalenza è nel Mezzogiorno. Questi siti sarebbero da subito cantierabili per queste opere. Il piano, quindi, ha bisogno di progettazione e il governo, a quanto pare, sembra voler investire. Il processo non sarà breve ma, come svela ohga, in tre anni ci potranno essere infrastrutture solide ed operative.