Una tassa in particolare sull’energia inizia a preoccupare gli italiani. Per molti si tratta di un’autentica beffa. Di cosa si tratta? Ecco le possibili conseguenze.
Il momento storico attuale è particolarmente delicato. Non solo per tutte le vicende politiche e sanitarie che si sono verificata ma anche per i tanti rincari avuti. Rialzi che sono stati indotti proprio dalle due situazioni citate poco prima. Eventi che hanno portato ancora maggior pressione e, in un certo caso, tensione nelle famiglie. Ora a preoccupare è una tassa che riguarderebbe l’energia. Arriva la beffa?
Quanto sta accadendo in Ucraina, di certo, sancisce l’inizio di un periodo molto complesso. Salvo veder la guerra esaurirsi in breve tempo. Per questo motivo, sono stati tanti i movimenti del governo a sostegno delle tante famiglie italiane. Non ultimo il decreto Aiuti. Ma si è arrivati anche a degli sconti sulla bolletta dell’energia e il gas. Tutto per allentare un po’ la pressione di questo periodo.
Già qualche tempo fa si segnalò uno scenario drammatico che riguardava l’energia elettrica. Questa volta, invece, a preoccupare tantissimi italiani sarebbe una specifica tassa. Nell’ultimo periodo, proprio di questa tassa, se ne parla molto. E, tanti, si chiedono come inciderà sui cittadini italiani. Ecco i dettagli.
Caro energia, la tassa extraprofitti preoccupa: cos’è?
Tante aziende del settore energetico, nel corso del tempo, hanno incassato dei guadagni inattesi. Questi profitti sono derivati dal fatto che gli operatori si erano legati a forniture a basso costo con prezzi del gas vantaggiosi. Dall’altra parte, però, per il governo tale aziende dovrebbero restituire quanto incassato. Soprattutto perché altri contribuenti hanno sofferto l’aumento dei prezzi. Proprio da qui parte la tassa sugli extraprofitti.
Per questo motivo, si vuole tutelare i cittadini che hanno pagato tale scenario nel primo trimestre 2022. Da qui la proposta dell’ARERA che ha inviato una segnalazione al governo e al Parlamento dal titolo “Monitoraggio dei contratti di approvvigionamento destinati all’importazione di gas in Italia“. L’azienda, in questo caso, si è concentrata sulla coerenza tra costi di importazione, prezzi all’ingrosso, costi approvvigionamento del gas naturale. A determinare i contratti di importazione, quindi, sono il prezzo iniziale e i meccanismi straordinari e ordinari per l’aggiornamento periodico.
L’ARERA, dopo le dovute verifiche, ha confrontato i prezzi pubblici a livello nazionale del gas importato. Così da vedere la coerenza totale. Quello che si è rilevato è stato un allineamento dei dati Istati con i dati dell’analisi dei contratti dopo la rettifica al rialzo. In sintesi, come il costo di approvvigionamento dall’estero sia allineato al costo del gas nei mercati all’ingrosso. Ma, in merito al nostro discorso, occorre tenere d’occhio costi e margini innescati nel lungo processo che si conclude con il cliente.
Dunque, la tassa extraprofitti appare in regola con le direttive dettate dalla Commissione Europea. Inoltre, è permessa la possibilità di alloccare ricavi infra-marginali considerati troppo elevati per fornire un aiuto ai consumatori. Tale, legittima, decisione del governo non è passata inosservata. Ha innescato grande interesse anche in altri paesi.