In questi ultimi mesi si sta parlando frequentemente della vulvodinia, una malattia cronica che colpisce molte persone. Andiamo a vedere nel dettaglio la patologia, i sintomi e la cura.
Nonostante se ne stia parlando solo adesso in maniera insistente, questa malattia esiste da moltissimi anni e colpisce molte più persone di quanto si pensi. Recentemente è stata presentata una legge in Parlamento per fare in modo che questa patologia venga riconosciuta dal servizio sanitario nazionale.
La vulvodinia è una condizione di dolore cronico della vulva definita dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come un dolore che dura più di tre mesi. Questo dolore non ha una causa ben definita e ha un impatto negativo sulla vita di coloro che ne soffrono. Il trattamento di questa malattia richiede tempo e può includere una terapia medica da seguire con costanza.
Questa patologia è stata per molti anni sconosciuta a livello nazionale, tanto da spingere recentemente alcuni parlamentari a presentare un testo di legge. Affinché questa malattia venga riconosciuta come malattia cronica e invalidante dal Sistema sanitario nazionale.
La vulvodinia è un dolore e un disagio cronico intorno che abita la vulva. Una malattia della quale non esiste una causa identificabile, ma che dura almeno tre mesi. Il dolore, il bruciore o irritazione associati alla vulvodinia possono generare disagio, tanto da impedire di stare seduti per lunghi periodi e può causare disfunzioni sessuali.
Come specifica il sito Iss salute, portale associato all’Istituto superiore di sanità, spiega che questa patologia colpisce le donne. Non c’è un’età specifica e questo può diventare un disturbo permanente che danneggia notevolmente la qualità della vita di una donna. Il tessuto vulvare potrebbe sembrare leggermente gonfio o infiammato.
Il principale sintomo della vulvodinia è il dolore nell’area genitale, che può essere continuo oppure pungente. Può inoltre essere caratterizzato come semplice indolenzimento, bruciore, prurito oppure a causa di un contatto, come ad esempio potrebbe essere con un rapporto sessuale oppure con l’inserimento di un tampone.
I medici non sanno cosa causa la vulvodinia, ma i possibili fattori che contribuiscono includono lesione o irritazione dei nervi che circondano la regione vulvare. Poi infezioni vaginali del passato, ma anche allergie o pelle sensibile. Tra le implicazioni ci sono anche i cambiamenti ormonali, spasmo muscolare o debolezza del pavimento pelvico, la vescica e l’intestino.
Sebbene le donne spesso non menzionino la vulvodinia ai loro medici, questa condizione è abbastanza comune. È importante parlarne con il medico affinché questo possa valutare i sintomi, possa consigliare trattamenti o modi per aiutare la donna a gestire il dolore. Anche perché non esiste un trattamento per la vulvodinia che funzioni per tutte le donne.
Per alleviare il dolore e migliorare la situazione, come si legge sul portale Iss salute, è importante la cura di sé, facendo dei piccolo accorgimenti quotidiani. Questi non solo aiutano a ridurre il dolore, ma possono anche prevenirlo e controllarlo.
Il medico potrebbe optare anche per una cura farmacologica. È infatti possibile che vengano prescritti degli anestetici locali, oppure creme come lubrificanti vaginali, ma anche a antidepressivi e anticonvulsivanti, o ancora farmaci con effetti antinfiammatori. Ci può essere un trattamento anche con la fisioterapia, che prevede l’esercizio per rafforzare i muscoli pelvici e alleviare gli spasmi muscolari.
Ma il medico può optare anche con la psicoterapia cognitivo comportamentale, questo perché la patologia può provocare complicazioni come ansia, depressione, disturbi del sonno, disfunzione sessuale, immagine corporea alterata, problemi di relazione e alterazione della qualità della vita. Solo nei casi più gravi è previsto un intervento chirurgico.
Tra marzo e aprile 2022 è stata presentata una proposta di legge in Parlamento a firma della parlamentare Giuditta Pini. Un testo che punta ad inserire la vulvodinia nella lista delle malattie croniche o invalidanti, riconosciute ufficialmente dal Servizio sanitario nazionale (Ssn). Se dovesse essere approvata la legge, sarebbe un passo importante per molte donne.
Una legge necessaria in quanto coloro che ne soffrono devono rivolgersi a centri privati e molto costosi, in quanto il Ssn non riconosce la malattia. E la proposta vuole creare un presidio sanitario pubblico in tutte le regioni che è specializzato nella diagnosi e cura della malattia. Questo per assicurare a tutte le donne una cura efficace. Ma non finisce qui.
Il testo spinge anche per assicurare alle donne affette dal disturbo di poter lavorare o seguire lezioni universitarie da casa. Inoltre c’è la volontà anche di istituire un registro nazionale di vulvodinia, dove vengono raccolti ed analizzati i dati clinici, statistici e sociali.
Tra le promotrici della proposta di legge c’è anche Giorgia Soleri, la fidanzata di Damiano David dei Maneskin, che da anni soffre della malattia. L’attivista è stata presente alla Camera dei Deputati proprio il giorno in cui c’è stata la conferenza stampa del testo proposto al Parlamento.
Le informazioni scritte in questo articolo hanno esclusivamente uno scopo divulgativo e riguardano degli studi scientifici pubblicati su varie riviste a carattere medico. Pertanto, non sostituiscono il consulto di una persona specializzata nel campo della medicina, e quindi non devono essere considerate idonee per formulare diagnosi o trattamenti.
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